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Cagliarimania: serve ritrovare la squadra, sia fisicamente che psicologicamente. Guai ad abbandonare la nave già ora
I sardi si presentano al Dall'Ara già remissivi, pronti a provare a parcheggiare un pullman in difesa e provare a provare via un punto in un momento delicatissimo della squadra. Il problema è che non puoi difendere il risultato per tutta la partita, perché, se non hai le forze necessarie prima o poi subisci gol.
E qui la domanda sorge spontanea. Prendi gol ma poi almeno reagisci? Solitamente con il Cagliari andava così, lunedì sera invece nemmeno questo. Spaesati, persi nel vuoto, a tratti irriconoscibili. Bisogna fare qualcosa. L'ultimo posto in classifica inizia a fare male, non solo ai tifosi ma anche ai giocatori stessi. È come quando si entra in un tunnel e non si vede mai la fine, arrivi a un certo punto che ti arre di definitivamente. Ma il Cagliari non può permettersi ciò, di abbandonare tutto dopo appena dieci partite.
La squadra ora è in ritiro per preparare il prossimo match casalingo. Arriva l'Atalanta, che, in molte occasioni ha rappresentato la partita della svolta. Mazzarri con questo mini ritiro avrà la possibilità di lavorare sulla mente della squadra e su alcuni errori tattici. Finalmente con forse l'intera squadra (a parte qualche acciacco), a differenza di quando si ha la sosta senza i nazionali.
Tra tutti i problemi bisogna registrare quello riguardante la difesa. Ancora zero clean sheet. Il Cagliari subisce sempre almeno un gol. Male, perché Cragno e la sua difesa ci aveva abituato anche a delle super prestazioni ed invece quest'anno ci sono state sempre delle sbavature.
Poi l'attacco, a volte spento. Quando mancano i colpi di Joao Pedro molte volte ci si perde. Bisogna trovare le alternative, Pavoletti ha voglia e lo ha dimostrato, Keita anche, ma servono idee di gioco, come ad esempio più cross per il primo o più filtranti per il secondo.
Quello che forse regge di più al momento è il centrocampo, che, anche se con fatica, riesce sempre a portare a termine il proprio lavoro.
Ora il ritiro, le tante riunioni, tattiche e psicologiche. Con la speranza di vedere i rossoblù giocarsela con tutti, senza mai avere paura o dover ricorrere ai fatidici pullman.