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Cagliarimania: Rastelli, via l'etichetta di Borriello-dipendente
Col senno di poi, come detto, è troppo facile esporsi. Ma la scelta di Rastelli era apparsa da subito alquanto conservativa e poco funzionale. La psicologia, nella vita così come nel calcio, è un fattore non di poco conto: il tecnico rossoblu, con la sostituzione di Borriello per Faragò, ha mandato un chiaro messaggio all’avversario, comunicando segnali di debolezza e - forse - timore. E infatti i sardi, che fino alla mezzora avevano disputato un'ottima gara per stessa ammissione dell'allenatore, dopo quel cambio conservativo sono scomparsi dal campo, subendo la rimonta granata firmata da Ljajic, Belotti e Acquah. Troppo tardivi gli ingressi di Farias e Han, che sull'1-3 hanno comunque dimostrato di avere tutte le carte in regola per far male al Toro. A discolpa di Rastelli va sottolineato come Farias non fosse nelle migliori condizioni fisiche, pertanto difficilmente avrebbe retto per oltre un'ora di gioco, ma le caratteristiche fisiche del brasiliano lo portano a dare il meglio di sé contro avversari fisici e rocciosi come la difesa granata. Ecco perché un ingresso anticipato del funambolo carioca avrebbe potuto evitare al Cagliari di schiacciarsi drasticamente verso la propria metà campo, con conseguente isolamento di Sau (unico terminale offensivo), completamente in balia della squadra granata che nel giro di pochi minuti è stata abile nel ribaltare una partita iniziata nel peggiore dei modi. Borriello - non lo scopriamo certo oggi - è uno dei leader massimi di questo Cagliari e ha un peso specifico enorme nell'economia del gioco rossoblu. L'attaccante classe 1982 oggi risulta essere l'ago della bilancia di un Cagliari pericoloso con lui e inconsistente senza. A Rastelli il compito di dare un'anima alla squadra anche in assenza del proprio bomber, per levarsi di dosso l'ingombrante etichetta di Borriello-dipendente.