Calciomercato.com

  • Getty Images
    Cagliarimania: ottobre è stato veramente il mese di Halloween, ora speriamo che novembre non sia quello dei morti

    Cagliarimania: ottobre è stato veramente il mese di Halloween, ora speriamo che novembre non sia quello dei morti

    • Antonio Cinus
    Finalmente il Cagliari si lascia alle spalle il mese di ottobre. Doveva essere il mese della svolta, il mese della voce grossa sul campo ed invece il Cagliari ha mostrato ai suoi avversari tutte le sue lacune. In cinque partite di campionato sono arrivati solamente 5 punti, troppo pochi per chi doveva “ammazzare” la competizione e tentare da subito la fuga verso la massima serie.

    Ottobre viene comunemente associato al mese di Halloween ed i rossoblù, sotto questo punto di vista, hanno rispettato le aspettative. Una squadra che nell’ultimo mese non ha certamente brillato sul campo e che ha lasciato tra i tifosi tantissimi dubbi. Una difesa mai veramente solida, un attacco spuntato e un centrocampo che ancora non riesce a fare da collante tra tutti i reparti. Ogni settimana deve arrivare la cosiddetta partita della svolta ma la svolta, ad oggi, non è mai arrivata.

    Ottobre, non solo il mese dei dubbi calcistici, ma anche di quelli societari. Le partenze di Capozucca e Passetti hanno infatti lasciato molte perplessità sui tanti progetti dichiarati durante gli ultimi anni. Tra retrocessioni, ricostruzioni, stadi mai visti, il Cagliari ha avuto sempre più ombre che luci. Per questo motivo il presidente Tommaso Giulini è chiamato all’ennesima rinascita, a provare a far pace con quella fetta di tifosi che da tempo ha deciso di metterlo sulla graticola. Le ultime bombe esplose non ha portato i frutti desiderati per ora, perché la gara contro la Reggina ha evidenziato una squadra ancora in netta confusione. 

    Chi non rischia il posto, almeno quanto viene detto, è il tecnico Fabio Liverani. Ma per mantenere ben salda la sua panchina dovrà sicuramente invertire la rotta nel mese di novembre. La prossima sfida contro la matricola Sudtirol non è decisiva ma una non vittoria potrebbe far scattare un campanello d’allarme nella testa del presidente. 

    Quella di domani contro il Sudtirol non è una sfida da sottovalutare, da prendere sottogamba. La squadra di Bisoli (tra l’altro ex rossoblù) viene da ben 8 risultati utili consecutivi ed è stata già individuata come una delle possibili sorprese di questo campionato cadetto. Non vincere però vorrebbe dire perdere altri punti non solo sulla promozione diretta ma anche sulla zona playoff. Certo, abbiamo detto mille volte che la Serie B è un campionato lungo e duro ma qui non è questo il problema, il problema è come la squadra si approccia le partite. Se passa in vantaggio ha paura di vincere, se va sotto ha paura di recuperare.

    Eppure probabilmente non servirebbero grandi sforzi, anzi. La difesa ha solo bisogno di maggiore autorità, maggiore sicurezza e qui Giorgio Altare può dire la sua nel lungo periodo. Una cosa sola, non dev’essere lui ad impostare l’azione come contro la Reggina, perché, non ci voglia male, non è nelle sue corde. Il regista. Il problema forse più grande dei sardi. Liverani sta continuando a puntare su Makoumbou in quel ruolo ma probabilmente il ragazzo sarebbe più adatto in un’altra posizione. Che poi, non era stato comprato Viola come regista? Domani il congolese non sarà a disposizione e quindi ci sarà l’occasione di vedere la squadra con un’altra opzione, sperando sia il turno di Viola e non di qualche altra invenzione tattica.
    L’attacco invece sta sentendo la mancanza di Mancosu, vero leader dei rossoblù. Lapadula, con la rete contro la Reggina, deve solo trovare la continuità e dimostrare che tutti gli sforzi fatti per averlo non sono stati vani.

    Insomma, novembre, conosciuto anche come il mese dei morti, non dev’essere tale per il Cagliari, perché, due mesi regalati agli avversari equivarrebbero ad un clamoroso autogol e al rinviare l’obiettivo di centrare la Serie A diretta al primo anno di campionato cadetto.
     

    Altre Notizie