Cagliarimania: la zona Cesarini diventa zona Cagliari. Quello di Napoli è il punto della consapevolezza
A Cagliari il primo maggio ogni anno si festeggia Sant’Efisio e a lui i devoti chiedono qualsiasi tipo di “miracolo”. Siamo certi che due giorni fa, qualche tifoso rossoblù, abbia chiesto al santo di salvare la squadra. La trasferta di Napoli sulla carta risultava essere insidiosa, con i partenopei con il coltello tra i denti per conquistare la Champions League.
Poi diciamocelo, tre vittorie nelle ultime tre gare. Era già un miracolo così. Invece i sardi gettano nuovamente il cuore oltre l’ostacolo e conquistano un prezioso punto al minuto numero 94. Nuovamente nei minuti di recupero. Il Cagliari non muore mai.
Come abbiamo detto nella scorsa “puntata” l’ex tecnico della Spal sa quando bisogna osare. Joao Pedro, diffidato, in panchina. Con il Benevento serve il capitano e allora meglio non rischiare. Leonardo Semplici prova nuovamente la mossa “pullman” ma la velocità di Osimhen fa saltare tutti i piani. I rossoblù però non mollano di un centimetro, sfiorano più volte i pari e, anche grazie alla dea bendata, riescono a tenere botta al Napoli, non incassando il secondo gol.
Poi la fortuna decide di baciare ancora di più il Cagliari, con Ceppitelli che, involontariamente, mette k.o Osimhen (anche se forse quest’ultimo ha più colpe) con un colpo di testa. Il pericolo numero 1 partenopeo è costretto ad abbandonare il campo e qui, mister Semplici, cala il jolly. Mancano ormai poco più di 10 minuti, il Cagliari è sotto. Soluzione? Dentro due punte e sotto con uno spregiudicatissimo 4-2-4. Fattostà che quando deve andare bene ti va bene in qualsiasi modo. Lancio di Duncan (fino a qui quasi assente), colpo di “suola” di Nandez e punto conquistato. Questo però non è un semplice punto, è il punto della consapevolezza, che ha fatto capire ulteriormente ai giocatori i loro mezzi e che nel calcio, non esiste partita dove si parte già battuti.
Un punto, quello che serviva al Cagliari per arrivare allo scontro diretto con il Benevento sopra proprio ai campani. La sfida di domenica prossima sarà fondamentale per non gettare via tutti gli ultimi sforzi e per provare a scacciare gli incubi. Vincere vorrebbe dire portarsi a +4 a tre giornate dal termine. Con un pareggio si resterebbe nel limbo, ma sempre davanti. L’importante però sarà evitare la sconfitta, perché farsi superare potrebbe rovinare l’ultimo incredibile mese rossoblù. Torneranno Marin e Joao Pedro, ci sarà il Cagliari migliore, mancherà solamente il pubblico che però, da lontano, si stringerà virtualmente intorno alla squadra.
Un mese fa uno scenario così sarebbe stato impensabile, anzi, solamente a pensarlo sarebbe stato da folli. Ora però è il momento della verità, sarà una lunga settimana. La partita con il Benevento vale una stagione intera e tutta l’isola rimarrà fino ad allora con il fiato sospeso.
PS: Complimenti a Nicolò Barella, orgoglio sardo, per aver vinto lo scudetto con l’Inter. Che per lui sia il primo di una lunga serie di trofei in carriera. Ad maiora Nico !