Cagliarimania: l'isola felice del pallone
A Cagliari si vive bene e si gioca ancora meglio. Questa considerazione, nasce, dati alla mano, seguendo il percorso di alcuni ex rossoblù. Giocatori che con la maglia del Cagliari mostravano le loro qualità ed erano apprezzati non solo dai tifosi sardi, una volta lasciata l’isola sembrano smarrire il loro talento non riuscendo a ripetere quanto di positivo fatto in maglia rossoblù. In un passato non troppo lontano possiamo citare gli esempi di David Suazo , acquistato dall’Inter dove giocò pochissimo e segnò ancora meno, Mauro Esposito, che alla Roma deluse le aspettative e perse anche la Nazionale conquistata con la maglia rossoblù, e Antonio Langella (anche lui esordì in Nazionale grazie al Cagliari) che ebbe poca fortuna con le maglie di Atalanta, Chievo e Bari.
Anche in tempi più recenti questa sorta di ‘parabola discendente’ è stata rispettata. Il caso più eclatante è quello di Robert Acquafresca, giovane bomber che a Cagliari era un punto fermo dell’attacco - segnò trentadue reti in tre stagioni -, ma che nel suo successivo peregrinare tra Atalanta, Genoa, Bologna e l’attuale squadra spagnola del Levante, ha racimolato solo undici gol. Davvero un peccato per un giocatore di indiscusse qualità, che ha militato nelle varie Nazionali giovanili e che era considerato da molti addetti ai lavori più di una promessa. Stesso discorso per Andrea Lazzari, fantasiosa mezzala dal sinistro velenoso (anche lui entrato nel giro azzurro, pur non avendo mai esordito), che dopo tre stagioni più che positive a Cagliari, ha cercato fortuna, senza trovarla, prima a Firenze poi a Udine. La storia di Davide Biondini e Michele Canini è invece caratterizzata da un destino comune. Entrambi hanno lasciato la maglia rossoblù del Cagliari (a distanza di sei mesi l’uno dall’altro) per vestire quella del Genoa, per poi abbandonarla dopo mezza stagione accasandosi all’Atalanta. Ma sia a Genova sia a Bergamo non hanno di certo disputato degli ottimi campionati. E forse rimpiangono l’aria di Cagliari.
Come ogni regola che si rispetti, ci sono anche le eccezioni. E in questo caso si chiamano Federico Marchetti e, in parte, Alessandro Matri. Il primo, in forza alla Lazio, ha confermato in biancoceleste tutte le sue qualità messe in mostra a Cagliari ed oggi è considerato il secondo portiere dopo Buffon. Per Matri il discorso è un po’ diverso. Certo, con la Juventus ha conquistato due scudetti, ma, soprattutto nella stagione appena conclusa, non ha avuto molte opportunità, finendo spesso in panchina. Ciò nonostante in bianconero ha messo a segno ventisette reti, mica poche. Insomma ai vari Astori, Nainggolan, Agazzi, pezzi pregiati della squadra e giustamente cercati da numerosi club, rivolgiamo un appello molto interessato: pensateci bene prima di lasciare l’isola….