E’ stato più forte di lui. E alla fine Cellino l’ha spuntata: esonero aveva deciso ed esonero è stato. Con un particolare di non poca importanza: a pagare non è stato l’allenatore, ma il suo vice. Caso forse unico nella storia del calcio italiano. Una vicenda dai contorni ancora poco chiari; certo è che il primo impulso dell’imprevedibile patron rossoblù è stato quello di dare il ben servito a Diego Lopez, dopo la brutta prestazione contro il Livorno.

Il sostituto era bello che pronto e neanche tanto lontano: Ivo Pulga, allenatore in seconda. Il presidente è stato frenato dagli stessi giocatori, che hanno fatto quadrato intorno a Lopez. Alcuni di loro (Conti, Cossu, Pisano, Astori, Nenè, Dessena) sono stati anche compagni di squadra dell’uruguaiano prima che intraprendesse la carriera di tecnico, e pertanto hanno con lui un ottimo rapporto. Tanto forte da riuscire a far cambiare idea a Cellino.
E qui la vicenda si ingarbuglia, con la sorprendente notizia della sollevazione dall’incarico di Pulga, colui il quale sino a poche ore prima era stato designato a prendere il posto di Lopez sulla panchina rossoblù. Al momento non sono note le motivazioni che hanno causato questo inaspettato cambiamento di rotta. Tante le ipotesi, qualcuna anche suggestiva. E’ noto a tutti il particolare rapporto che il presidente cagliaritano ha con la superstizione. Ebbene se avesse esonerato l’ex capitano rossoblù, sarebbe stato il diciassettesimo allenatore a saltare (se non contiamo Trapattoni, che ufficialmente diede le dimissioni). Quindi, puntando su Ivo Pulga come vittima designata si può affermare che il numero di esoneri è…sedici e mezzo! Lasciando da parte la superstizione, è scontato che la prossima partita (contro l’Inter a San Siro) sarà decisiva per le sorti della panchina. Occorrerà una prestazione di alto livello per evitare altri sconvolgimenti nell’area tecnica.