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    Cagliarimania: l'addio di Cellino, Zeman e la speranza Zola

    Cagliarimania: l'addio di Cellino, Zeman e la speranza Zola

    Il 2014 sarà ricordato dai tifosi rossoblù principalmente per l’addio al Cagliari di Massimo Cellino. Dopo oltre vent’anni ai vertici della società, l’imprenditore sardo ha scelto di emigrare nel Regno Unito e di cominciare una nuova avventura calcistica con il Leeds United. Un addio avvenuto non senza colpi di scena, come nella migliore tradizione di Cellino. A gennaio si dava per certo l’arrivo di un emiro del Qatar, a maggio è stata la volta degli americani disposti ad investire montagne di dollari, con annessi sogni di Champions e stadio megagalattico (vi ricordate Silvestrone?) , a giugno finalmente si è conclusa la trattativa con Tommaso Giulini, giovane imprenditore milanese ex componente del CdA dell’Inter, che si è dimostrato l’interlocutore più serio (o forse l’unico?). Nel mezzo gli ultimi colpi di coda: la cessione alla Roma di Radja Nainggolan – uno dei centrocampisti rossoblù più forti degli ultimi vent’anni – e l’ennesimo esonero (via Lopez, richiamato Pulga mandato via qualche settimana prima). Ma anche l’ennesima salvezza, con il Cagliari che per l’undicesimo anno consecutivo rimane in serie A. Quindi a giugno inizia la rivoluzione del nuovo presidente Gulini; a Cagliari arriva Zdenek Zeman, uno degli allenatori più carismatici e discussi del calcio italiano, un uomo che riaccende l’entusiasmo dei tifosi che si immaginano spettacolo e caterve di gol al Sant’Elia (di nuovo disponibile prima parzialmente, poi da novembre anche con la curva Sud). Con Zeman arrivano tanti giovani da valorizzare e partono giocatori di esperienza (Avramov, Nenè, Perico, Pinilla e soprattutto Astori). Ma dopo poche luci (tra tutte il quattro a uno rifilato all’Inter al Meazza) e tante ombre, il progetto zemaniano non decolla e durante la pausa natalizia la squadra viene affidata a Gianfranco Zola.

    L’ex fantasista rossoblù avrà il compito di allontanare il prima possibile la squadra dalle parti basse della classifica e per far ciò è necessario che il presidente Giulini e il ds Marroccu intervengano con determinatezza nel mercato invernale. In primo luogo occorre decidere se continuare a puntare sui giovani Cragno e Colombi o affidarsi ad un portiere più esperto. Se dovesse prevalere la seconda ipotesi, i papabili sono almeno quattro: gli ex Storari e Avramov, il brasiliano del Verona Rafael e il serbo Brkic che nell’Udinese non sta  trovando molto spazio. Per la difesa è concreta la possibilità che arrivi Modibo Diakité; il francese, ex Lazio e Fiorentina, offrirebbe un buon contributo di esperienza alla retroguardia rossoblù. A centrocampo non si prevedono grossi stravolgimenti in quanto i giocatori a disposizione di Zola garantiscono un buon mix di esperienza (Conti, Dessena, Ekdal) e freschezza (Crisetig, Donsah); forse potrebbe ritornare Andrea Lazzari. Si cerca con insistenza invece un attaccante capace di garantire un discreto numero di gol, quelli che sono mancati dopo l’infortunio di Sau. Da tempo si fa il nome di Marco Borriello, che potrebbe rilanciarsi in Sardegna dopo le ultime deludenti stagioni. In lizza ci sono anche l’uruguaiano Pablo Granoche (autore quest’anno già di dodici reti con il Modena in B), il colombiano del Napoli Zapata, l’argentino Bergessio, attualmente alla Sampdoria e Larrondo del Torino. Ma la sorpresa potrebbe essere il cagliaritano Marco Mancosu, inseguito senza successo la scorsa estate, che indosserebbe senza pensarci due volte la maglia rossoblù.

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