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Cagliarimania: Coppa Italia? No, grazie. La priorità si chiama salvezza
Già, perché il Cagliari ha dimostrato in campo di non volersi meritare la qualificazione agli ottavi di Tim Cup, quasi un atto volontario. Chiaramente i rossoblù non avevano la coppa tra i loro obiettivi stagionali: era solo un sogno, soltanto un modo per provare a scrivere la storia. Gli uomini di Lopez l'hanno scritta, ma nel verso negativo. Le seconde linee schierate in concomitanza dal primo minuto dal tecnico uruguaiano - col senno di poi - sono state eccessive (neppure convocati Cragno, Andreolli, Ionita, Cigarini, Padoin, Sau e Pavoletti). Inevitabile la differenza di corsa e di reattività rispetto all'undici titolare del Pordenone, sceso in campo con la formazione tipo. Da qui ne è nata una prova da dimenticare (per essere buoni), che ha permesso agli ospiti di avere la meglio di un Cagliari moscio, senza cattiveria e senza troppe convinzioni. La priorità è la salvezza, questo è sotto gli occhi di tutti. E guai se non fosse così. Ma la figuraccia rimediata ieri pomeriggio non è oggettivamente accettabile per una società che si propone di fare un importante salto in avanti nel prossimo futuro. Una domanda sorge spontanea? La Coppa Italia è davvero un impegno così gravoso? Al momento sembra proprio così, l'equivalente di un problema da cui liberarsi il prima possibile e non un’opportunità da onorare fino in fondo. Mettere alle spalle la debacle col Pordenone non sarà facile, ma i rossoblù hanno il dovere di provarci immediatamente. A partire dalla trasferta di Bologna di domenica pomeriggio, quando in palio ci saranno punti fondamentali per la salvezza, e non un inutile(?) passaggio del turno di coppa.