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Cagliarimania: c'era una volta il Sant'Elia inespugnabile
Un tempo affrontare il Cagliari in casa era difficile per tutti e uscire dal Sant’Elia con un punto rappresentava un bel risultato. Quest’anno invece quasi tutte le squadre hanno fatto bottino pieno, comprese tre dirette avversarie per la salvezza. In ordine Atalanta, Torino, Fiorentina, Chievo, Juventus, Roma, Inter e Verona sono andate via da Cagliari con tre punti in tasca. Solo con Cesena e Sassuolo i rossoblù sono riusciti a vincere. Con i pareggi ottenuti contro Sampdoria, Milan e Genoa, i punti casalinghi sono in totale nove. Decisamente pochi per una squadra che vuole salvarsi.
Se facciamo un confronto con le precedenti stagioni, salta immediatamente agli occhi un dato significativo: due vittorie in casa dopo venticinque giornate di campionato è il risultato peggiore da quando il Cagliari è ritornato in serie A undici anni fa. Proprio nel campionato 2004-05 il bottino casalingo era già di otto vittorie; in quella squadra giocava Gianfranco Zola che oggi dalla panchina si trova a dover affrontare una situazione opposta. L’allenatore rossoblù deve trovare con urgenza delle soluzioni per invertire questa tendenza negativa. Restano sei partite da disputare in casa: se escludiamo l’incognita Parma, Lazio e Napoli sono quelle, sulla carta, proibitive, mentre con Empoli, Palermo e Udinese i tre punti sono obbligatori.
D’ora in poi è impensabile attendere di passare in svantaggio per buttarsi in avanti alla ricerca del gol. E’ necessario che la squadra cambi atteggiamento per essere in grado di imporre il proprio gioco; una mentalità più offensiva e determinata sin dall’inizio, oltreché intimorire gli avversari, stimolerà il pubblico a sostenere con maggiore forza ed entusiasmo i giocatori. Se per la permanenza nel massimo campionato è dunque fondamentale non fare passi falsi al Sant’Elia è altrettanto vero che le sfide salvezza più importanti si giocheranno in trasferta, contro Chievo e Cesena. Ma la situazione di classifica non permette di fare distinzioni; ogni partita dovrà essere affrontata come se fosse una finale, a cominciare da domani al Marassi. Contro la Sampdoria la tradizione è favorevole: nelle ultime nove sfide in Liguria, il Cagliari ha ottenuto sei pareggi, due vittorie ed una sola sconfitta.
Se facciamo un confronto con le precedenti stagioni, salta immediatamente agli occhi un dato significativo: due vittorie in casa dopo venticinque giornate di campionato è il risultato peggiore da quando il Cagliari è ritornato in serie A undici anni fa. Proprio nel campionato 2004-05 il bottino casalingo era già di otto vittorie; in quella squadra giocava Gianfranco Zola che oggi dalla panchina si trova a dover affrontare una situazione opposta. L’allenatore rossoblù deve trovare con urgenza delle soluzioni per invertire questa tendenza negativa. Restano sei partite da disputare in casa: se escludiamo l’incognita Parma, Lazio e Napoli sono quelle, sulla carta, proibitive, mentre con Empoli, Palermo e Udinese i tre punti sono obbligatori.
D’ora in poi è impensabile attendere di passare in svantaggio per buttarsi in avanti alla ricerca del gol. E’ necessario che la squadra cambi atteggiamento per essere in grado di imporre il proprio gioco; una mentalità più offensiva e determinata sin dall’inizio, oltreché intimorire gli avversari, stimolerà il pubblico a sostenere con maggiore forza ed entusiasmo i giocatori. Se per la permanenza nel massimo campionato è dunque fondamentale non fare passi falsi al Sant’Elia è altrettanto vero che le sfide salvezza più importanti si giocheranno in trasferta, contro Chievo e Cesena. Ma la situazione di classifica non permette di fare distinzioni; ogni partita dovrà essere affrontata come se fosse una finale, a cominciare da domani al Marassi. Contro la Sampdoria la tradizione è favorevole: nelle ultime nove sfide in Liguria, il Cagliari ha ottenuto sei pareggi, due vittorie ed una sola sconfitta.