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Cagliarimania: addio crisi? La soluzione era sotto gli occhi di tutti
Il Cagliari, dunque, è riuscito a divincolarsi dalle sabbie mobili che lo stavano inghiottendo nei bassifondi della classifica. Ma quali sono stati gli elementi che hanno permesso ai rossoblù di uscire da una situazione così delicata? Uno in primis: il cambio modulo. Una soluzione che era sotto gli occhi di tutti, ma che contro la Lazio non aveva dato i frutti sperati, per ovvi motivi. Lopez è stato abile a plasmare questo Cagliari con il 3-5-2, schieramento che esalta le caratteristiche dei giocatori presenti nella rosa sarda. La difesa a tre trasmette solidità e sicurezza al reparto, oltre al fatto che numericamente gli isolani possono contare su un gran numero di centrali di ruolo (Andreolli, Pisacane, Ceppitelli, Romagna, Capuano). Sulle corsie laterali, gli interpreti non mancano: Faragò e Miangue garantiscono spinta e gamba, un apporto costante sia in fase offensiva che difensiva. A questi si possono alternare Padoin - ieri schierato mezzala - e van der Wiel, in attesa che quest'ultimo ritrovi la forma migliore. Non ultimo, avere due esterni di spinta sulle fasce esalta al meglio le qualità di rapace d'area di rigore di Leonardo Pavoletti, come dimostrato dal gol allo scadere e confermato sia da Lopez che dal diretto interessato al termine della gara col Benevento. Tra i tanti pro, ci sono anche i contro: la mancanza del trequartista rischia di creare difficoltà nello sviluppo del gioco per vie centrali e di compromettere il minutaggio di giocatori importanti come Farias (che può comunque giocare come alternativa a Sau da seconda punta) e soprattuto Joao Pedro (che potrebbe essere rispolverato come mezzala di qualità). A questo punto la palla passa a Lopez, che nonostante sia alla guida del club da pochi giorni, è stato in grado di apportare quelle piccole modifiche tattiche che al momento sembrano la soluzione migliore per dare un'identità precisa a un Cagliari ancora convalescente.