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    C. Manfredini a CM: 'Non abbiate paura di Zarate, non ha mai creato problemi. Gli serve l'ambiente giusto'

    C. Manfredini a CM: 'Non abbiate paura di Zarate, non ha mai creato problemi. Gli serve l'ambiente giusto'

    • Claudio Masini
    C’è una ragione se Mauro Zarate è diventato calciatore: nella sua famiglia, di fatto, era impossibile parlare d’altro, considerato che il padre aveva giocato, da capitano, nell’Huracan; mentre i fratelli Sergio, Ariel e Rolando si erano messi in mostra in svariate squadre a giro per il mondo (il primo dei tre anche in Italia, con l’Ancona). “Maurito” come lo ribattezzarono a Roma ai tempi della Lazio, è però forse il più talentuoso in famiglia e nella nostra Serie A ha disputato tre stagioni ad alti livelli, prima di entrare in rotta con l’ambiente e con il tecnico Reja. Non a caso un presidente notoriamente parsimonioso come Claudio Lotito sborsò, nell’aprile 2009, una cifra intorno ai venti milioni di euro per legarlo alla Lazio. Nell’estate del 2011 però la parabola di Zarate aveva scavalcato l’apice e iniziato la sua fase discendete: prima il prestito all’Inter, poi il rientro burrascoso a Roma e la messa fuori rosa da parte della società. Le parti arrivano addirittura in Tribunale perché Zarate accusa la Lazio di mobbing e, nonostante la sentenza del giudice gli dia torto, firma ugualmente per il Velez, facendo appello all’articolo 14 del regolamento Fifa. Messi da parte i problemi giudiziari (ma ancora pendenti, attenzione) l’argentino torna a fare gol e si guadagna una nuova chance in Europa con il West Ham: 15 presenze e 3 reti in metà stagione, con marcature contro Arsenal e Chelsea. Un rendimento che attira l’attenzione della Fiorentina, a seguito della voglia d’addio di Giuseppe Rossi ed è lo stesso Zarate a spingere per Firenze, rinunciando anche ad una parte di ingaggio. Nell’ambiente viola però, quando si è sparsa la voce relativa a Maurito, più che i colpi magici sul campo si è diffuso il timore del ragazzo ingestibile sul campo e fuori.

    Una paura che però il suo ex compagno Christian Manfredini ha voluto subito stigmatizzare a calciomercato.com: “Ai nostri tempi, alla Lazio, era un ragazzo tranquillo, non è che facesse molto spogliatoio magari, si allenava e andava via. Allora era molto giovane, aveva grosse qualità anche se a volte esagerava nella giocata e lo rimproveravo io stesso per questo. Tutte cose però che si possono accettare, per di più da un calciatore che ci regalava spesso la vittoria. Gli riusciva un po’ tutto all’inizio, almeno al primo anno”.

    Dopo la stagione 2008/09 però, chiusa con 16 reti stagionali, il declino, che Manfredini ricorda così: “Era caratterialmente un ragazzo molto determinato, quello sì, una prima donna. Però non credo che questo possa rappresentare un problema, almeno per noi non lo è mai stato. Non aveva atteggiamenti che lo rendessero antipatico ai nostri occhi. Quello che conta – ha concluso Manfredini – è che trovi un ambiente giusto per affermare le sue qualità, perché le ha indubbiamente. D’altra parte se la Fiorentina è arrivata ad avere interesse per lui, vuol dire che qualcosa di buono l’ha fatto”.
     

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