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    C'è una Lazio che non gioca ma costa...

    C'è una Lazio che non gioca ma costa...

    • M. A.
    C’è una Lazio pagata per giocare e ce n’è un’altra pagata e basta. È uno degli effetti del taglio al monte ingaggi (ora circa 57 milioni) deciso in tempi non sospetti, cioè molto prima di aver avuto la certezza di non disputare coppe europee. Adesso la rosa extralarge (30 elementi) per la quale il tecnico ha chiesto (invano) una sforbiciata e che la società non è riuscita a tagliare, presenta un incredibile paradosso: i titolari, cioè l’undici che ha cominciato la battaglia per riconquistare l’Europa, costano quasi 1 milione in meno degli «esuberi». Ossia - come riporta il Corriere della Sera edizione romana - il gruppo eterogeneo di giocatori fuori dal progetto, di elementi la cui cessione è sfumata all’ultimo, di pensionati d’oro e di risorse che non si sa esattamente se e quando potranno essere sfruttate da Stefano Pioli.
    Basta prendere in esame l’undici sceso in campo domenica contro il Cesena: l’ingaggio più elevato è quello di Biglia (1,4 milioni), seguono Candreva e Djordjevic (entrambi 1,2 milioni), poi Parolo (1,1) e a scendere tutti gli altri sette giocatori, l’ultimo dei quali è Keita, il più talentuoso e il meno pagato (0,3). Altro paradosso, ma la questione è un’altra. In ogni caso lo stipendio collettivo che ha fruttato la bella vittoria sul Cesena e i primi tre punti in campionato ammonta a 9,7 milioni netti, cioè 19,4 milioni lordi. Ed è il lordo, appunto, a determinare il reale peso economico sulla casse della Lazio.
    Certo, in proporzione domenica era più dorata la panchina. A dare il colpo di grazia al Cesena sono infatti entrati Klose, Mauri e Felipe Anderson, collinetta ingaggi 3,7 milioni netti. Però la panchina è il «plus» di quest’anno, può essere la chiave di volta dell’intera stagione e deve essere considerata la forza aggiuntiva che è mancata nel clou delle coppe sfumate con Reja in panca.
    La questione vera, invece, è l’altra Lazio. Quella che si allena a Formello con la certezza quasi matematica di riposare la domenica. È una squadra. Che può schierare in porta una grande risorsa che la Lazio non sfrutta da un anno, Federico Marchetti; che (non) gioca con la difesa a cinque, da Cavanda, a Cana, Novaretti, Ciani fino a Konko, con gli ultimi due rimasti nonostante i tentativi di cessione; che nel mezzo dispone di Pereirinha, Gonzalez e Onazi, cioè tre addii potenziali di gennaio; e che presenta Ederson e Sculli come coppia d’attacco. Totale stipendi 10,1 milioni netti, cioè 20,2 lordi. Un peso enorme. E d’oro.

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