C'è Nedved dietro la trattativa Juventus-Mancini
Continua a non essere abituato alla scrivania e, soprattutto, alla sedia, tant’è che Pavel Nedved interpreta il nuovo ruolo dirigenziale in modo assai dinamico: da ala sinistra a consigliere d’amministrazione la filosofia resta quella di chi è nato per correre.
Non è ancora chiaro, forse neppure a lui, cosa il ceco farà da grande. Quello che è chiaro è che già ora si sta muovendo con lo stesso impegno e la stessa foga agonistica con cui ha regnato per quasi un decennio sulla fascia sinistra bianconera. Comunque vadano le cose, qualunque sarà l’apporto di Nedved nella costruzione del futuro bianconero, è un bel segnale, perché in questo momento la Juventus ha urgente bisogno di juventinità, di cui Pavel è portatore sano.
Abituato a pensare in grande, Nedved soffre a vedere una Juventus impantanata nella mediocrità di una posizione in classifica che non le è consona e di una mentalità martoriata da stagioni bislacche. E altresì abituato a non stare fermo mai, Nedved sta cercando di contribuire alla progettazione della prossima stagione. All’appuntamento di Londra con Mancini c’era anche lui, che di Mancini è stato compagno di squadra ai tempi della Lazio. Ed è lui che dialoga con il suo vecchio amico Mino Raiola, procuratore che nelle ultime campagne acquisti si è dimostrato fondamentale per spostare i grandi campioni e per costruire le grandi squadre.
Non potendo più vestire la maglia e i calzoncini, Nedved “ corre” con il completo grigio da consigliere d’amministrazione e consigliere personale di Andrea Agnelli, a cui è legato da un rapporto di immensa fiducia e di enorme stima. Nessuno si stupisca di trovarle fra le fondamenta della ricostruzione juventina.