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C’è anche il fantasma di Edoardo Agnelli ad agitare le notti di John Elkann
Una vicenda intricatissima e anche parecchio squallida che è impossibile prevedere come si concluderà. Una cosa è certa. Ciò che fu in passato Gianni Agnelli oggi lo è John Elkann, il vero e autentico unico padrone di un impero la cui connotazione principale era quella del marchio Fiat ora praticamente inesistente e rimpiazzato dalla futuristica dicitura “Stellantis”. Del resto questa è sempre stata la filosofia imprenditoriale della Famiglia dove a governare doveva essere uno e uno soltanto. Ieri l’Avvocato, oggi il principe ereditario Elkann. Un’autentica saga che come tutte le storie del genere si sviluppa anche intorno a vicende e personaggi i quali hanno il potere di inquietare. Uno di questi è rappresentato dalla figura di Edoardo Agnelli, primogenito e unico figlio maschio dell’Avvocato, che morì nel 2000, volando da un ponte alto ottanta metri affacciato su un fiume.
Ebbene, qualche mese prima della sua scomparsa, la medesima proposta fatta a sua sorella Margherita gli venne formulata in un pomeriggio di primavera a Villa Frescot, la residenza torinese del padre, che Edoardo raggiunse arrivando da Villa Sole, dove abitava a poca distanza dal castello dei genitori, in quella che ora per volontà di Margherita è una casa-rifugio per ragazze madri. Ad attendere Edoardo c’erano il padre e Gianluigi Gabetti. Un’ora di colloquio sempre più agitato sino a diventare litigio. Edoardo, consapevole che firmando quelle carte avrebbe decretato la sua rinuncia a erede dell’impero, stracciò i documenti e se ne andò furibondo. Già sapeva, comunque, che suo padre aveva indicato il giovanissimo cugino come futuro gestore dell’impero. Finì come finì, ma una domanda ancora oggi viene naturale porsela: come sarebbe andata, soprattutto per la Fiat, se Edoardo non fosse morto volando da quel ponte?