AFP/Getty Images
Buffon: 'Voglio giocare fino a 40 anni e punto al Mondiale del 2018. Monaco? E' stato un sorteggio fortunato'
Intervistato dall'Equipe alla vigilia della sfida di Champions League contro il Monaco, il portiere della Juventus e della Nazionale Gianluigi Buffon ha parlato anche della sfida con i monegaschi e dei suoi obiettivi per il finale di carriera: "Non ho da prendere nessuna rivincita con nessuno, la sconfitta con il Bayern Monaco di due anni fa era soltanto una partita, ma avevo fatto una buona stagione; come in tutte le stagioni si commettono degli errori. Ci sono sempre state critiche verso di me, indipendentemente che io giochi bene o male, non ho bisogno che mi dicano qualcosa e avevo ancora meno bisogno di sentirmi dire che forse arriverà la fine della mia carriera, non ho risentimento per questo. Sono abbastanza grande da poter capire che se continuo con questo livello fisico e mentale posso garantirmi ancora due o tre anni ad alti livelli, non sono un secondo, io voglio essere a quarant'anni ancora il numero uno. Solo dopo comincerò a pensare al ritiro, ma gli anni che restano voglio viverli nel miglior modo possibile, per dimostrare che anche a 37 o 38 anni sono un portiere importante. Se dicessi che non penso alla Coppa del Mondo in Russia mentirei, sono abituato ai grandi obiettivi, ma mancano tre anni e alla mia età è molto, ma posso aspettare".
Sul paragone con Neuer: "Normale che quando hai 37 anni ci siano nuove generazioni, la cosa che mi fa piacere è vedere che c'è grande rispetto per quello che ho fatto in carriera e per quello che sono oggi da parte dei colleghi. Il ruolo del portiere in questi anni è cambiato ma non moltissimo, vero che negli ultimi due o tre anni, l'azione parte dal portiere che gioca di più di piede, ma da quando sono piccolo, io avevo un gioco molto audace e i miei allenatori volevano che il portiere uscisse spesso fuori dall'area e spesso sono dovuto intervenire con i piedi, queste sono cose che ho fatto da quando avevo quindici anni".
Sul Monaco: "Tra tutte le squadre che restavano ce n'erano due o tre che erano meglio delle altre e il Monaco è una di queste, ma la stessa cosa avrà pensato il Monaco di noi, meglio affrontare la Juve . E' una squadra imprevedibile, da prendere con le pinze, difficile capire che "animale" sia. E la vedi giocare fuori casa sono pericolosi, poi in casa trovano difficoltà. Non sottovaluteremo l'avversario, siamo ai quarti di Champions, la Juve è un club in crescita ma per dimostrare all'Italia e all'Europa che possiamo salire ad alti livelli dobbiamo vincere".
Sul paragone con Neuer: "Normale che quando hai 37 anni ci siano nuove generazioni, la cosa che mi fa piacere è vedere che c'è grande rispetto per quello che ho fatto in carriera e per quello che sono oggi da parte dei colleghi. Il ruolo del portiere in questi anni è cambiato ma non moltissimo, vero che negli ultimi due o tre anni, l'azione parte dal portiere che gioca di più di piede, ma da quando sono piccolo, io avevo un gioco molto audace e i miei allenatori volevano che il portiere uscisse spesso fuori dall'area e spesso sono dovuto intervenire con i piedi, queste sono cose che ho fatto da quando avevo quindici anni".
Sul Monaco: "Tra tutte le squadre che restavano ce n'erano due o tre che erano meglio delle altre e il Monaco è una di queste, ma la stessa cosa avrà pensato il Monaco di noi, meglio affrontare la Juve . E' una squadra imprevedibile, da prendere con le pinze, difficile capire che "animale" sia. E la vedi giocare fuori casa sono pericolosi, poi in casa trovano difficoltà. Non sottovaluteremo l'avversario, siamo ai quarti di Champions, la Juve è un club in crescita ma per dimostrare all'Italia e all'Europa che possiamo salire ad alti livelli dobbiamo vincere".