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  • Buffon verso il ritiro, chi pagheresti per rivedere ancora in campo o sul palco?

    Buffon verso il ritiro, chi pagheresti per rivedere ancora in campo o sul palco?

    • Vanni Paleari
    Addii probabili, saluti e ricordi che affiorano. La scorsa è stata una settimana particolare, che ha visto Gigi Buffon in mezzo a un dilemma e a pensieri tormentati. Smette? Continua un altro anno? Accetterà di fare un altro giro in Nazionale per le amichevoli di lusso con Inghilterra e Argentina, esorcizzando in qualche modo lo spareggio mondiale perso contro la Svezia? C'è anche chi si è schierato dalla parte di chi vorrebbe già da subito vedere il nuovo che avanza, Perin e Donnarumma, tra i pali al suo posto. 

    Non siamo certo ai livelli di chi aderisce alla campagna di raccolta fondi che il rapper statunitense Vince Staples ha lanciato per farsi pagare un addio anticipato alle scene dai suoi haters (e soprattutto per farsi pubblicità e lanciare il nuovo album), anche perché Gigi ormai di haters non ne ha. Con il carisma e la sua integrità impeccabile, dentro e fuori dal campo, il campione di Carrara ha conquistato l'intero mondo del calcio, è l'ultimo di una schiera di bandiere senza colori (prima di lui Totti, Del Piero, Zanetti, Maldini e pochi altri, dopo di lui chissà) che tutti vorremmo vedere in campo per sempre. E allora, nel dubbio, una doppia opportunità per vedere Gigi ancora in Nazionale a fine marzo sarebbe meglio se ci fosse regalata. Perché il numero uno bianconero serve ancora alla causa azzurra, come ha dichiarato il ct ad interim Di Biagio, o anche solo come un favore, non tanto al calciatore quanto a chi ama il calcio e le icone storiche. 

    Con un'ultima convocazione, gli ammiratori di Gigi potrebbero evitare la fine che hanno fatto molti fan musicali che non hanno avuto la possibilità di vedere dal vivo la propria band o artista preferito per un ultimo show. Come quel mio amico che nel febbraio del 1994 ha avuto davanti agli occhi il biglietto per il concerto dei Nirvana in un Palatrussardi a Milano tutto esaurito e se l'è lasciato scappare perché non aveva le ventimila lire per comprarlo. Lui, come molti fan, non avrebbe più avuto l'opportunità di vedere la band che ha fatto la storia della musica, portando il grunge in cima al mondo. Meno di due mesi più tardi infatti, il frontman Kurt Cobain sarebbe stato trovato senza vita a Seattle, spazzato via da una tremenda depressione prima che dal colpo di fucile autoinflitto. 

    I Nirvana sono tra le cinque band e artisti che, se mai mi fosse regalata una lampada di Aladino, chiederei al Genio di riportare sul palco per un concerto finale. Nella lista metterei anche i Queen con Freddie Mercury e la sua voce indimenticabile, i Beatles con la freschezza degli esordi ma anche l'impegno degli anni '70, David Bowie e i suoi mille volti e Jimi Hendrix con i suoi assoli di chitarra da extraterrestre. 

    Nel calcio invece, in uno speciale crowdfunding, raccoglierei i soldi per riportare in campo almeno per una partita vera il Fenomeno Ronaldo con i suoi doppi passi da capogiro e le progressioni devastanti, Marco Van Basten con la sua eleganza fuori dal tempo, Diego Armando Maradona con il suo genio e sregolatezza, Pelé per chi non ha mai potuto vedere le gesta del Re e Johan Cruijff, uomo e calciatore totale. 

    Infine, e per farlo baratterei tutti i ritorni appena descritti, riporterei indietro Davide Astori. Non per rivederlo in campo, no, li ci rimarrà per sempre con i suoi compagni e avversari. Lo riporterei su questa Terra per la figlia Vittoria, la compagna Francesca e per tutti i suoi cari. E poi lo riporterei indietro ogni domenica per ricordare al mondo del calcio l'importanza degli eroi sorridenti, silenziosi e gentili, che nell'ordinario delle proprie gesta racchiudono la bellezza di uno sport troppo spesso schiavo di eccessi, fanatismi e antagonismi. Lo riporterei indietro ogni settimana perché sia impossibile dimenticarsi di Davide e perché quel seme di serietà e amore citato da Pioli possa continuare a germogliare e non cada in poco tempo nel dimenticatoio. 

    Il destino ha fatto sì che Astori se ne andasse il 4 marzo, data di nascita del grande Lucio Dalla, forse l'artista italiano insieme a Pino Daniele (il prossimo 7 giugno allo stadio San Paolo di Napoli ci sarà un concertone in suo onore) che più di ogni altro sarebbe bello poter ammirare di nuovo dal vivo. Da quel giorno in cielo c'è una rondine in più, che gira, ogni tanto si ferma qua e là e sogna nel cielo dei grandi. 

    Instagram: @vannipale

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