Buffon, ma perché ti arrabbi così? Bastava seppellirli con una risata
Non siamo tra coloro che hanno dato Buffon per finito dopo i due errori, piuttosto clamorosi per un campione del genere, contro la Spagna e l’Udinese. Anzi, a chi sosteneva che si dovesse preparare la staffetta azzurra tra Gigi e Donnarumma in azzurro, abbiamo replicato che no, il portiere della Juve non poteva essere messo in discussione e doveva continuare a essere sempre titolare anche nell’Italia. E questo per un motivo molto semplice: Buffon non è solo il più grande portiere nella storia del calcio, ma anche oggi è uno dei tre migliori del mondo, assieme a Neuer e… mah, il terzo è difficile da trovare. Insomma: il posto in Nazionale non è un premio alla carriera, ma una scelta tecnica indiscutibile per il suo valore attuale. Ciò chiarito, diciamo però un’altra cosa: quel volto corrucciato e quel moto di rabbia esploso alla fine della partita di Lione ci sono sembrati eccessivi, sbagliati.
Comprendiamo che non sia agevole sopportare le critiche dure, il ‘funerale’ - come l’ha chiamato lui - che gli è stato celebrato così in fretta. Ma Buffon ormai è un vecchio navigante del calcio, ne ha viste e ascoltate di ogni tipo, e dovrebbe essere preparato a qualsiasi parola, anche le più pesanti, anche le più cattive. In fin dei conti, nonostante il suo comportamento sia stato sempre di grande professionalità, in altri momenti la sua carriera è stata accompagnata da polemiche a volte feroci. Perfino più gravi di quelle che abbiamo ascoltato nelle ultime settimane, perché hanno toccato l’uomo e non solo il portiere.
Perciò la sua rabbia ci ha sorpreso. Ci aspettavamo che mostrasse un bel sorriso beffardo, che allargasse le braccia, che magari citasse Vasco Rossi: eh già, sembrava la fine del mondo, ma sono ancora qua; e non c’è niente che non va, non c’è niente da cambiare…
Li avrebbe seppelliti con una risata. Invece si è infuriato: peccato.
@steagresti