Buffon, il portiere italiano più forte di sempre: dal freddo debutto di Mosca a un Pallone d'Oro che avrebbe meritato
Di là c’erano giocatori che conoscevamo bene come Kolyvanov e Kanchelskis o che avremmo conosciuto di lì a poco, come Alenichev. Era una Russia solida. Noi però avevamo una difesa fra le più forti d’Europa, con Cannvaro, Nesta, e Costacurta, poi Paolo Maldini a sinistra, Ravanelli e Vieri (che segnò il momentaneo 1-0) in attacco e solo nel secondo tempo sarebbe entrato Del Piero.
In porta Gianluca Pagliuca, ma solo fino al minuto 32 quando proprio Kanchelskis lo centrò con una terribile ginocchiata. Niente da fare, doveva uscire. Con Peruzzi infortunato, Cesare aveva preferito quel ragazzino di 19 anni, da poco titolare nel Parma, al più maturo Toldo. Il vento soffiava da tagliare le orecchie, sul campo della Dinamo Mosca si era depositata una lastra di ghiaccio di paio di centimetri, non erano proprio le condizioni ideali per il debutto in Nazionale di un portiere così giovane, ma non c’era altra scelta.
Quando Maldini disse a Gigi di alzarsi ed entrare in campo così, a freddo, in panchina si guardarono un po’ impauriti e un po’ rassegnati. Nessuno poteva immaginare che quel giorno sarebbe entrato nella storia del calcio italiano perché faceva il suo esordio il giocatore che sarebbe diventato l’azzurro con più presenze di sempre: 176 partite, dallo spareggio fortunato di Mosca del ‘97 allo spareggio meno fortunato contro la Svezia nel 2017, salvo la breve appendice della successiva amichevole con l’Argentina.
Vent’anni di Nazionale, Gigi Buffon è stato il miglior portiere italiano di sempre. Ha superato Zoff e tutti gli altri. Ha giocato nel Parma, tanto nella Juve, un anno al Paris Saint Germain e poi è tornato a Parma, ma la sua vera maglia è quella azzurra. Che ha indossato in tutte le rappresentative, dalla Under 15 alla Under 23. Ha giocato l’Europeo Under 15 nel ‘93 in Turchia, il Mondiale Under 17, è arrivato in finale all’Europeo Under 18 nel ‘95, ha vinto l’Europeo Under 21 del ‘96 ma solo come vice di Pagotto (incredibile ma vero), è stato convocato per le Olimpiadi americane del ‘96 come riserva di Pagliuca e nell’estate del ‘97, pochi mesi prima del debutto nella Nazionale maggiore, ha vinto con la Under 23 i Giochi del Mediterraneo.
Da quando in Italia si gioca a calcio non c’è un azzurro più azzurro di lui. Che fosse un predestinato avremmo dovuto capirlo presto però, fin dalla sua seconda partita in Nazionale, proprio a Parma contro il Paraguay. Se chiedete a Hugo Brizuela, attaccante della squadra sudamericana, come abbia fatto Buffon a portargli via quel gol non avrete risposta, lui ancora non lo sa. Un tiro al volo da tre metri tre, dopo una spizzata di un suo compagno sulla palla che arrivava dalla bandierina e un balzo di Gigi per respingerla. Dalle immagini si vede Brizuela che già esulta per il gol, poi si mette le mani in faccia e si dispera. Le stesse mani, la stessa faccia e la stessa espressione incredula di Zidane quando a Berlino, nella notte della Coppa del Mondo, Buffon gli strappò la palla del gol sotto la traversa dopo un suo colpo di testa. Una parata che valeva quanto quella di Zoff su Oscar nel 3-2 di Italia-Brasile dell’‘82.
Quella volta Buffon avrebbe dovuto vincere il Pallone d’Oro. La Nazionale di Lippi conquistò il titolo Mondiale subendo solo due reti, il rigore di Zidane nella finale e l’autorete di Zaccardo contro gli Usa, 7 partite, 2 reti incassate. Il trofeo andò invece a Fabio Cannavaro, autore di un grande Mondiale ma premiato perché capitano della Nazionale azzurra. Sembrava destino: Fabio, grande amico di Gigi fin dai tempi del Parma, lo aveva fregato anche nel giorno del suo debutto a Mosca. L’unico gol subito quella sera da Gigi lo firmò proprio lui, Cannavaro. Un autogol.