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Buffon: "Dopo la finale di Berlino piangemmo abbracciati". Su Ronaldo e la sfuriata contro l'arbitro Oliver...
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Il miglior portiere della storia? "Non amo definirmi così, sarebbe presuntuoso, ho tanto rispetto verso tutti i miei colleghi. Insieme ad altri 3-4 abbiamo fatto qualcosa di clamoroso. Gli attaccanti spesso litigano per questo motivo. E allora io dico: sono stato il più scarso… Scherzi a parte, penso di essere stato tra i 3-4 migliori. Record di imbattibilità? Giocavo in una grandissima squadra e avevo grandi compagni in difesa, come Chiellini, ad esempio. Prima di superare lui, Barzagli e Bonucci arrivavano stanchi da me. Mi ricordo che con il Sassuolo avevamo rischiato il gol in qualche occasione e non ci eravamo accorti quasi del record. L’attenzione per noi era sulla partita e sulla vittoria".
La finale di Berlino contro il Barcellona: "Mi ha riempito di orgoglio alla finale di Berlino e avevo 37 anni. Quando mi ha chiesto la maglia ho detto tra me e me’ Mamma mia come sei bello!’. Uno dei momenti in cui mi sono sentito non a disagio ma mi sono guardato con occhi diversi. Abbiamo fatto lo scambio con la sua maglia. A fine partita però avevamo altri problemi, non sapendo che qualche anno dopo avremmo avuto un’altra occasione in finale".
Sulla finale contro i blaugrana, Buffon svela un retroscena: "Erano le 5.30 e con mia moglie Ilaria piangemmo abbracciati.Dopo Berlino tornai a casa.Tu sei stordito dalla sconfitta, come dopo una serata di una ubriacatura. Io rimango in salotto, lei si cambia e non ci diciamo una parola. Ci siamo abbracciati e abbiamo pianto per 5 minuti e poi siamo andati a letto. Condividere le stesse sensazione ed emozioni fa tanto. Sempre meglio vincere. Perché ti dà consapevolezza e autostima. Ma solo le sconfitte ti spingono a ragionare per capire cosa non è andato, e quindi a migliorarti".
La sfuriata contro l'arbitro Oliver al Bernabeu: "Non mi piace cercare alibi o fare la vittima. Per questo oggi, quando ripenso alla sfuriata nei confronti dell’arbitro Oliver dopo il ko in Champions contro il Real Madrid, mi sento a disagio, perché ho dimostrato di non accettare di aver perso. Però dico che bisogna fare i conti anche con le emozioni. Poi, a casa, mia moglie mi ha preso per le orecchie". Ma su errori commessi in carriera chiarisce: "Non ho mai fatto grandi cavolate. Perché, quando ho sbagliato, ho sempre fatto del male a me stesso, mai ad altri. Però, quando mio padre mi ha detto di ricordarmi del cognome che porto e del fatto che i miei errori avrebbero inciso anche sulla reputazione della mia famiglia, ho riflettuto molto".
Su Cristiano Ronaldo: "Cristiano è una persona, per chi l’ha vissuto, con cui se entri in confidenza e chiaramente fuori dalle telecamere è un ragazzo di grande sensibilità. Ti fa capire il difficile percorso che ha attraversato da ragazzo. Poi mette addosso l’armatura da super uomo per difendersi anche da tutto quello che ha avuto e per far sì che gli altri siano attratti dalla sua figura. C’è uno sdoppiamento di personalità: quando c’è CR7 e quando c’è Cristiano. La qualità dell’uomo mi è piaciuta tanto. Da giocatore: il cinismo e la cattiveria che aveva e che ha non l’ho mai visto in nessuno. Se però Ronaldo supera gli anni, torno a giocare anche io".
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