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Buffon cade e si rialza, fenomeno vero. Anche a 43 anni e dopo 1100 partite
LA CARICA. Dopo un anno e mezzo di rinuncia per scelta, gli ultimi due atti di Coppa Italia hanno poi visto Buffon tornare in campo con la fascia di capitano al braccio. Un dettaglio insignificante. Ma anche questo è in realtà un gesto da leader. Perché nessuno vive fuori dal mondo, se non l'avesse indossata lui, seguendo i criteri seguiti dalla squadra bianconera, sarebbe dovuta toccare a Federico Bernardeschi, bersaglio facile soprattutto sui social, figuriamoci con la fascia al braccio. D'altronde anche senza la C sulla manica della maglietta, Buffon capitano tra i capitani lo è sempre stato. Ed è da capitano che parla su Twitter, per primo, al termine della vittoria con l'Inter. Festeggiando un traguardo personale, sottolineando lo spirito che deve accompagnare sempre chi indossa la maglia della Juve: “1100 volte come la prima volta. Adesso. Ancora una volta. Fino alla fine”.
E ORA... Insomma Buffon c'è. E quando cade, si rialza. Ecco perché quei ragionamenti di ritiro che erano stati seriamente presi in considerazione nel 2018, ora sembrano lontanissimi. In questo ruolo di titolare aggiunto al fianco di Wojciech Szczesny si è calato alla perfezione, questa stagione lo sta riproponendo a livelli anche superiori della scorsa. Quindi il rinnovo per un altro giro di giostra è tutt'altro che da escludere. Deciderà lui, al momento giusto. Tra qualche mese si guarderà allo specchio e capirà, la Juve non vede l'ora di farlo firmare. Perché anche a 43 anni, anche 1100 partite dopo, Buffon è sempre Buffon.