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  • Bucciantini: Higuain e Tevez, i campioni da comprare

    Bucciantini: Higuain e Tevez, i campioni da comprare

    • Marco Bucciantini
    Una bella partita, piena, lottata senza deprimere l’aspetto tecnico, così come la tattica non ha impedito il coraggio. Saranno contenti gli sceicchi in tribuna con il cellulare a fare foto, dobbiamo essere contenti noi appassionati perché questa partita è qualcosa da mostrare e della quale parlare

    I rigori hanno dovuto scrivere un nome sull'albo d'oro, per forza, e ce ne sono voluti molti, alcuni calciati con classe e personalità, altri arrangiati, altri buoni ma i portieri sono stati superiori, sono stati magnifici. Anche i rigori raccontano di tecnica, balistica, capacità misurata sotto sforzo e sotto pressione. Dalla parte del tiratore, dalla parte del portiere.

    Vince il Napoli e lo merita e non è ridicolo ammettere che avremmo scritto lo stesso se avesse vinto la Juventus, che sembrava padrona nella parte decisiva della partita. Però c'è un fatto che invece non può essere ambivalente perché è a senso unico, perfino a "senso ottuso", come certe cose che sfuggono alla logica ma non alla realtà: il Napoli si conferma una squadra capace di battere la Juventus, così come è stata in grado di battere la Roma, anzi, di poter soggiogare fino al dominio per buona parte dei match le due squadre che da diciotto mesi la confinano al terzo posto in Campionato, e che hanno condannato i campani a quell'unico obiettivo. Come abbiamo scritto spesso, il Napoli di Benitez (in questo caso il complemento di specificazione è atto dovuto, marchio di fabbrica) non ha limiti superiori: sa elevarsi al livello massimo, impattare chiunque, anche vincere. Purtroppo, ha un clamoroso limite di andatura: può perdere con il Chievo al San Paolo, può pareggiare tre partite di fila nei momenti di maggior splendore fisico e tecnico. Questo è il senso ottuso: come certe pareti, non trova sfogo, sfondo, aria, luce, dunque spiegazione. Non vale il discorso che certe squadre aspettano il Napoli chiuse, complicando l'azione, smascherando una manovra quasi sempre lenta e prevedibile nei primi 2-3 passaggi: la Juventus in vantaggio si è chiusa, con difensori superbi e mediani immensi. Ma il Napoli ha saputo creare: dai lati, dal centro, alzando il pallone, entrando rasoterra. E la Roma è forse la miglior squadra per strategia difensiva e di contrattacco: eppure il Napoli sa inguaiarla, ridurla a poco. No, il problema è di personalità, concentrazione, mentalità. È l’altra faccia del lavoro che premia Benitez nelle competizioni giocate sul turno: ne ha vinte molte, e con il Napoli ne ha già raccolte 2 (fallendo però la Champions, misteriosamente). Non sa però ripetere quelle partite nel lungo periodo, nel tempo, negli spazi. E se negli altri campionati le squadre deboli sono comunque volenterose, e concedono, è vero che in Italia sono "tattiche", impaurite, perfide. Ma - per tornare al tema - non fanno inciampare il Napoli per questo atteggiamento "difensivo", è il Napoli che manca di replicare le migliori e più attente e più complete partite. Sicuramente mancano giocatori abituati a vincere, dunque capaci di gestire una stagione intera su certi tenori e stili, evitando quei cali di livello grotteschi (che ieri rischiavano di vanificare tutta la partita, da subito).

    Ma c'è Higuain e c’è anche Tevez ed è giusto che i quattro gol siano dei due giocatori migliori della Serie A. Perfetto, limpido, monumentale - visibile a tutti, perché tutti colgano in pieno la differenza, e la sappiano apprezzare - che sia indicato con esattezza il divario fra i fuoriclasse e gli altri. I dirigenti dovrebbero prendere appunti, ma sono nozioni facili anche da memorizzare. Sono questi giocatori che "ricollocano" i risultati dalle parti dei sogni dei tifosi e delle aspettative di imprenditori che nei loro settori non sono secondi a nessuno. Ci sono calciatori (e stipendi) ancora fuori concorrenza, ma ci sono tanti - tanti - giocatori da cercare, da lusingare, da rilanciare, come questi due attaccanti che lo scorso anno erano ai margini di squadre troppo intasate di calciatori (non tutti superiori, in verità) e che in Serie A hanno trovato quel protagonismo che nutre l'ego dei campioni. È cinico ricordare che i nuovi acquisti sono quasi sempre marginali.

    Ancora qualcosa sulla partita: meglio le corsie destre (Litchsteiner, Maggio) delle mancine, meglio Gargano di Pirlo, meglio i titolari delle riserve: i peggiori sono stati quelli entrati, forse il livello della partita era così alto che non è stato facile "prenderlo" al volo. Si discuterà della sostituzione di Pirlo, ingigantita dall'immediato pareggio di Higuain: è disonesto non vedere che in quel momento il Napoli stava possedendo fisicamente il match, e che Allegri ha tentato di ritrovare corsa e contrattacco. E che dopo quel gol, la Juventus ha infatti giocato la sua migliore mezz'ora, proprio fino al nuovo vantaggio, quel delizioso lavoro di Tevez, che in mezzo secondo pensa 3-4 cose eccellenti, e le realizza. Stranamente, la Juventus smette lì, lascia che il Napoli torni emotivamente dentro la partita, concede l’arrembaggio sgangherato ma possente, subisce il pareggio, chiede miracoli a Buffon e non sa ripagarlo della stessa grandezza. 

    Davvero, è stato bello. Ma la prossima volta giochiamola davanti ai nostri concittadini, torniamo a pensare il calcio anzitutto per loro, per chi va a vederlo, a tifarlo, allo stadio. Onoriamo i tifosi: sono più importanti dei telespettatori, è da fessi non capire che per il nostro calcio sono più “ricchi” anche degli sceicchi.

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