AFP/Getty Images
Bruno Peres, l'agente a CM: 'Resta a Torino, la Roma può attendere. In passato vicino all'Inter'
Il mondo ha scoperto Bruno Peres dopo la straordinario gol segnato nel Derby della mole, una rete che si candida a essere la più bella del campionato; ma chi fa del calcio il proprio pane quotidiano conosceva da tempo questo giocatore, di cui peraltro proprio su Calciomercato.com si era parlato oltre un anno fa. Pure il Torino stesso fu preceduto da altri club, anche italiani, anche se alla fine l'ha spuntata e ora se lo gode. E almeno per un pò se lo terrà stretto, come conferma Bernardo de Silva, agente Fifa che rappresenta il 24enne esterno brasiliano.
Bernardo de Silva, Bruno Peres ha sorpreso anche lei domenica sera? "Onestamente? Sì. Ma non perchè non sia capace di fare queste cose, però non è nemmeno che si facciano a ogni partita...E la partita era così importante, il derby, fare un gol così...Lui spesso faceva queste corse incredibili, ma raramente le concludeva con il tiro".
Ne aveva già fatti?
"Certo! E' nelle sue corde. Magari non con 80 metri di corsa, però sul web girano da molto tempo i video di alcuni gol incredibili che ha fatto: dribblando 5 giocatori al limite dell'area, o con un sinistro a giro da fuori che va sotto l'incrocio. Perchè sì, lui tira in maniera strepitosa tanto con un piede quanto con l'altro; pochi sanno farlo come lui. Altro che i brasiliani, come se tutti fossimo in grado di realizzare quelle cose: ci sono i giocatori di grande corsa e quelli che puntano sulla classe, ma mica tutti uniscono gli elementi come lui. Velocità, tecnica, forza".
L'ha sentito dopo la partita? Era felice?
"Gli ho parlato la mattina seguente, e certo aver fatto quel gol gli faceva piacere, ma era molto più forte la rabbia per non aver vinto la partita. In effetti il Torino ha avuto occasioni clamorose, contropiede in superiorità numerica, e poi ha preso gol nell'ultima azione della gara".
Lei in Italia ha portato Neto e Romulo, ma alla Fiorentina ha fatto arrivare anche Felipe Melo che è stato meno fortunato: aveva dubbi in merito all'inserimento di Bruno?
"No, ho sempre sostenuto che poteva diventare un giocatore importante, anche in Serie A dove l'impatto non è mai facile per nessuno. E i fatti mi stanno dando ragione, ha esordito non appena è stato possibile e da allora nessuno lo ha più tolto nemmeno per un minuto".
E' vero che stava per passare all'Inter?
"Sì, e molto prima che si avvicinasse il Torino. Tutti lo scoprirono quando fermò agevolmente Neymar in campionato, e presto con i suoi numeri fu notato dai nerazzurri; se ne parlò con Ausilio, poi il discorso andò un po' per le lunghe anche perché in quel momento la richiesta del Santos era piuttosto alta, ma soprattutto non avevano intenzione di cederlo, e in più c'era qualche problema burocratico legato al trasferimento precedente dall'Audax, squadra di seconda serie che aveva ancora dei diritti sul suo cartellino".
Una costante, i problemi burocratici...
"Già, il tesseramento con il Torino è stato una storia infinita".
Ma è stata la scelta che vi ha fatto felici?
"Sì, perchè c'è stato un momento in cui Bruno aveva perso la qualifica di titolare inamovibile nel Santos; e allora molti club hanno allentato la presa. La stessa Inter ma anche la Roma, l'Udinese, e diversi club di altri Paesi come l'Anderlecht, che in assoluto è stato il primo in Europa a farsi vivo. Invece Petrachi è rimasto impressionato dal giocatore e non l'ha mai dimenticato; questa fiducia è stata importante, e da parte nostra l'abbiamo ricambiata mantenendo la massima serenità durante l'estate, quando c'erano quei problemi a tesserarlo in quanto extracomunitario. Felicissimi, alla fine".
A proposito di Torino: qualche tifoso granata si è già preoccupato che Peres giochi "troppo" bene...
"No, no (ride, n.d.r.), non devono, anzi devono solo esserne lieti".
Eppure in molti lo danno già sulla strada di Maicon e Cafu...
"Ma io sono fra quelli! Chiariamoci: sono assolutamente convinto che possa raccogliere in Italia gli stessi successi di questi grande predecessori, perchè ha qualità straordinarie che hanno in pochi, come loro le avevano. Ma non ora".
Quindi può dire che resterà a Torino?
"Posso dirlo e lo dico. Non abbiamo la minima intenzione di lasciare il Toro, e meno che mai a gennaio; lui prima deve compiere un percorso tecnico che può seguire a Torino e con Ventura. Una volta che sarà arrivato a completarlo, potrà eventualmente essere pronto per una grande squadra".
Bernardo de Silva, Bruno Peres ha sorpreso anche lei domenica sera? "Onestamente? Sì. Ma non perchè non sia capace di fare queste cose, però non è nemmeno che si facciano a ogni partita...E la partita era così importante, il derby, fare un gol così...Lui spesso faceva queste corse incredibili, ma raramente le concludeva con il tiro".
Ne aveva già fatti?
"Certo! E' nelle sue corde. Magari non con 80 metri di corsa, però sul web girano da molto tempo i video di alcuni gol incredibili che ha fatto: dribblando 5 giocatori al limite dell'area, o con un sinistro a giro da fuori che va sotto l'incrocio. Perchè sì, lui tira in maniera strepitosa tanto con un piede quanto con l'altro; pochi sanno farlo come lui. Altro che i brasiliani, come se tutti fossimo in grado di realizzare quelle cose: ci sono i giocatori di grande corsa e quelli che puntano sulla classe, ma mica tutti uniscono gli elementi come lui. Velocità, tecnica, forza".
L'ha sentito dopo la partita? Era felice?
"Gli ho parlato la mattina seguente, e certo aver fatto quel gol gli faceva piacere, ma era molto più forte la rabbia per non aver vinto la partita. In effetti il Torino ha avuto occasioni clamorose, contropiede in superiorità numerica, e poi ha preso gol nell'ultima azione della gara".
Lei in Italia ha portato Neto e Romulo, ma alla Fiorentina ha fatto arrivare anche Felipe Melo che è stato meno fortunato: aveva dubbi in merito all'inserimento di Bruno?
"No, ho sempre sostenuto che poteva diventare un giocatore importante, anche in Serie A dove l'impatto non è mai facile per nessuno. E i fatti mi stanno dando ragione, ha esordito non appena è stato possibile e da allora nessuno lo ha più tolto nemmeno per un minuto".
E' vero che stava per passare all'Inter?
"Sì, e molto prima che si avvicinasse il Torino. Tutti lo scoprirono quando fermò agevolmente Neymar in campionato, e presto con i suoi numeri fu notato dai nerazzurri; se ne parlò con Ausilio, poi il discorso andò un po' per le lunghe anche perché in quel momento la richiesta del Santos era piuttosto alta, ma soprattutto non avevano intenzione di cederlo, e in più c'era qualche problema burocratico legato al trasferimento precedente dall'Audax, squadra di seconda serie che aveva ancora dei diritti sul suo cartellino".
Una costante, i problemi burocratici...
"Già, il tesseramento con il Torino è stato una storia infinita".
Ma è stata la scelta che vi ha fatto felici?
"Sì, perchè c'è stato un momento in cui Bruno aveva perso la qualifica di titolare inamovibile nel Santos; e allora molti club hanno allentato la presa. La stessa Inter ma anche la Roma, l'Udinese, e diversi club di altri Paesi come l'Anderlecht, che in assoluto è stato il primo in Europa a farsi vivo. Invece Petrachi è rimasto impressionato dal giocatore e non l'ha mai dimenticato; questa fiducia è stata importante, e da parte nostra l'abbiamo ricambiata mantenendo la massima serenità durante l'estate, quando c'erano quei problemi a tesserarlo in quanto extracomunitario. Felicissimi, alla fine".
A proposito di Torino: qualche tifoso granata si è già preoccupato che Peres giochi "troppo" bene...
"No, no (ride, n.d.r.), non devono, anzi devono solo esserne lieti".
Eppure in molti lo danno già sulla strada di Maicon e Cafu...
"Ma io sono fra quelli! Chiariamoci: sono assolutamente convinto che possa raccogliere in Italia gli stessi successi di questi grande predecessori, perchè ha qualità straordinarie che hanno in pochi, come loro le avevano. Ma non ora".
Quindi può dire che resterà a Torino?
"Posso dirlo e lo dico. Non abbiamo la minima intenzione di lasciare il Toro, e meno che mai a gennaio; lui prima deve compiere un percorso tecnico che può seguire a Torino e con Ventura. Una volta che sarà arrivato a completarlo, potrà eventualmente essere pronto per una grande squadra".