Calciomercato.com

  • Bresciamania:| Viva la classe operaia

    Bresciamania:| Viva la classe operaia

    Il Brescia come l'ideologia popolare 'la classe operaia al potere'. Niente è meglio per spiegare quello che sta accadendo alla compagnie lombarda in questo inizio di nuovo anno. Dopo un girone d'andata intero a sperimentare e cercare di lanciare nel calcio che conta giovani di qualità ma privi della necessaria esperienza per conseguire l'obiettivo finale della salvezza, con l'approdo sulla panchina di Mario Beretta il vento sembra essere mutato. Largo ai cosiddetti 'vecchietti' come Bega, Filippini e il redivivo Zoboli per tentare la scalata ai posti rassicuranti in tema di permanenza nella serie A italiana. E così giovani messi momentaneamente al palo con il lancio, o meglio il rilancio, di calciatori dal curriculum invidiabile, pedine che sanno sempre mettere quel qualcosa in più che serve alla causa della squadra; atleti che nella categoria e della categoria sanno il fatto loro.

    Il gol di Francesco 'Ciccio' Bega con il Parma, le prestazioni del difensore Davide Zoboli e del centrocampista trentasettenne Antonio Filippini, sommate alle apparizioni con il contagocce ma sempre proficue di capitan Davide Possanzini, sono il chiaro e lampante esempio di come Beretta stia gestendo le forze all'interno del gruppo. Non che fino ad oggi i giocatori della linea verde abbiano demeritato, anzi, ma qualche peccato di gioventù legittimo nelle gare precedenti ha determinato qualche battuta d'arresto. Accantonata l'esuberanza giovanile per dar vita all'esperienza della 'classe operaia', il Brescia ha ricominciato a macinare gioco e risultati. I primi segnali si erano visti con la gara di Firenze, dove le rondinelle per un'ora piena avevano dettato legge al Franchi prima di cadere in una sindrome denominata 'paura di vincere'. Solo quello aveva privato Beretta e la squadra dei tre punti meritati. Così, pur sapendo di giocarsi molto del suo futuro, l'allenatore ha tenuto fede al suo credo calcistico, e di questo bisogna dare merito al tecnico milanese, scegliendo nuovamente per la gara con gli emiliani la linea non più verde, quella che poi è risultata essere l'elemento trascinatore.

    Paradossale il pensiero diviene nel momento stesso in cui ci si ferma a pensare che tutti i giocatori della 'classe operaia' sono stati messi, per un motivo o per un altro, in discussione e sul mercato. Da Bega, che già in estate doveva abbandonare la squadra per andare al Siena, al compagno di reparto Zoboli, che nella gestione Iachini era considerato elemento in esubero e giocatore da piazzare sul mercato. Che dire poi di Antonio Filippini, riportato a furor di popolo nella sua città dopo un andarivieni in giro per l'Italia tra Palermo, Parma, Lazio e Livorno, ma utilizzato come chioccia per i giovani solo nelle partitelle d'allenamento. E cosa poter aggiungere infine su Davide Possanzini, uno che da anni ha sposato la causa del Brescia e che per questa maglia ha dato sempre anima e corpo, e che nei piccoli spezzoni a lui concessi ha sempre fatto il suo dovere fino in fondo. Una domanda sorge dunque spontanea: perchè non accorgersi prima delle potenzialità della 'classe operaia'? A quest'ora forse il Brescia godrebbe di una situazione di classifica migliore...

    Altre Notizie