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    Bresciamania:| Iniziano i processi

    Bresciamania:| Iniziano i processi

    A novanta minuti dal termine della stagione, il Brescia prepara il saluto alla serie A. Da chi spera in un semplice 'arrivederci' a chi invece crede, più pragmaticamente, in un periodo lontano dalla massima serie molto più lungo, ora è tempo di riflessioni. Domenica ci sarà la triste passerella della squadra di Beppe Iachini sul terreno del 'Rigamonti' contro la Fiorentina. Una sfilata di lacrime e di pentimenti che farà da apripista ai processi. Processi in parte già aperti dopo la sconfitta contro il Catania, ma che avranno definitivamente credito a campionato finito, come giusto che sia.

    Detto che, quando una società neopromossa retrocede, le colpe sono da spalmare tra società, dirigenza e giocatori, il fatto vero è che Brescia e il Brescia non si possono appellare di certo all'inesperienza ma ad altri madornali errori. Quello che risulta in queste ultime ore è un Beppe Iachini che si è chiamato fuori dalle responsabilità più grandi che hanno portato al fallimento della stagione. L'allenatore della promozione dello scorso anno ha declinato ogni forma di responsabilità sui quelli che sono considerati i due capi di imputazioni maggiori: mercato e modulo.

    A suo dire Iachini avrebbe voluto fortemente continuare sulla linea che aveva permesso la risalita in serie A, con qualche aggiustamento tattico nel suo credo calcistico del 3-5-2. Invece dal mercato sono spuntati come funghi, nel bosco estivo di Storo, giocatori come Diamanti ed Eder, calciatori poco adatti ad un modulo a due sole punte. Da lì la costrizione, per l'allenatore marchigiano, di virare su di un modulo che li mettesse in campo al fianco di Caracciolo, e l'idea di giocare con il 4-3-1-2. Una soluzione che inizialmente si era dimostrata prolifica (tre vittorie nelle prime tre gare), ma che alla lunga, dopo la sconfitta con il Bari in trasferta, ha dimostrato di essere poco adattabile alla serie A italiana per una squadra chiamata a salvarsi.

    L'altro capo di imputazione su cui fa leva il tecnico è la cacciata di dicembre dopo la disfatta di Milano con il Milan. Due mesi di distacco dalla squadra che, sempre a detta dell'allenatore, hanno mutato ancora di più gli scenari della stagione. Un nuovo tecnico come Beretta, nuovi tipi di allenamenti soprattutto tattici e fisici, hanno spostato ulteriormente gli equilibri di una squadra che già era nei bassifondi della classifica. In aggiunta, sempre per bocca di Iachini, c'è stato il mercato di riparazione di gennaio, che non ha portato ad un incremento delle potenzialità della squadra con i soli innesti di Zanetti (giunto a Brescia con enormi problematiche fisiche) e di Accardi (poco utilizzato).

    Il tutto fa pendere la bilancia in negativo a sfavore della società. Iachini passa la palla alla gestione di Corioni, che appare come un clamoroso autogol. Forse solo a bocce ferme e a campionato finito si potrà davvero capire quali e di chi siano le colpe di una retrocessione che tanto male ha fatto alla città e alle casse societarie. L'unica cosa certa ora, al di là di qualunque discorso, è che il Brescia l'anno prossimo giocherà nella serie cadetta ,e ogni riflessione a posteriori potrebbe solo che aumentare il rammarico per una salvezza che a tutti pareva alla portata.  

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