Brescia, pochi ricambi:| Quanto pesano i cartellini!
Si dice, ma non è poi così scontato, che le prove della vita aiutino a crescere. È abbastanza plausibile che diano una mano a riflettere. Dunque si va ripetendo dall'inizio del campionato e, oltre all'argomento Cutolo, è stato anche il cavallo di battaglia del dopo partita di Padova, della capacità del Brescia di rimettersi in piedi dopo la prima sconfitta. Se l'unico parametro per una previsione che, come tutte le previsioni e non solo nel calcio lasciano il tempo che trova, è il comportamento della squadra, la risposta non può che essere positiva. Gioco corto, possesso di palla forse anche eccessivo ma certamente apprezzabile, assoluto divieto a tenere in considerazione l'idea di ammainare bandiera e... quant'altro hanno visto i 600 bresciani accorsi all'Euganeo che ha solo vent'anni di vita ma sembra più anzianotto, fanno pendere la bilancia dalla parte dell'ottimismo.
E tenere per buona la politica del bicchiere mezzo pieno non assesta un ceffone al buon senso, purchè si tenga conto di alcune variabilli, che non sono certo dettagli. Il Brescia, che per filosofia di Scienza e soprattutto perchè non può fare diversamente, spende tonnellate di energie, ha chiuso la disfida meno terribile di quanto si pensasse ma solo per demerito del Padova, in riserva di fiato e, quando la bombola è vuota, anche le idee vanno in vacanza. E non ci sarebbe niente di grave, o almeno irreparabile, se si potesse disporre di forze fresche, magari non proprio cloni degli affaticati, comunque in grado di surrogarli con accettabile disinvoltura. La panchina del Brescia non è avara di giovani interessanti ma è vuota come una botte senza vino, per il ruolo del geometra. La somma delle giornate porta anche alla somma di cartellini gialli. E sabato sera, a Padova, due perni della mediana, El Kaddouri e Budel, ammoniti, sono andati in diffida. Significa che, al prossimo cartellino giallo, Scienza si troverà nella necessità di attingere da una panchina non propria ricca.
Per la verità il sostituto ce l'avrebbe in casa e a stipendio ma, a quanto è dato di capire, Cordova, dopo avere rifiutato di fare il trequartista, vive da separato in casa e vi resterà finchè venga trovata una soluzione che possa accontentare, o perlomeno non scontentare troppo, società e giocatore. La strana (strana perchè con le squadre di Zeman non si sa mai cosa può capitare) sfida con il Pescara servirà a chiarire almeno un paio di cose: la classifica e il grado di usura di giocatori che hanno tirato la carretta forse un filo al di là delle loro capacità fisiche e anche mentali, e per questo meritano un dieci e lode. La terza cosa da chiarire e Pescara può diventare la chiave di lettura del campionato, è appunto la possibilità del giovane Brescia di navigare nei quartieri alti o la necessità di navigare a vista come, in fondo, era stato messo in preventivo all'inizio della stagione.
(Bresciaoggi)