Fino ad ora, con le varie ristrutturazioni e la messa a norma, lo stadio Mario Rigamonti di Brescia aveva mascherato le sue problematiche. Fatiscente e di vecchio stampo, l'impianto della città lombarda in queste ore è tornato a far parlar (male) di sé. Il freddo pungente di questi giorni e la neve copiosa caduta in tutta Italia non ha risparmiato Brescia, e di conseguenza anche il suo principale impianto calcistico. Così il Gos (gruppo osservazione di sicurezza) e la Lega Calcio hanno optato per il rinvio della gara contro il Torino. Troppo pericolose le gradinate ghiacciate e innevate, inaccessibili le rampe e gli accessi ai vari settori, servizi igenici fuori uso, bocchettoni antincendio guasti, senza contare l'assenza di acqua calda negli spogliatoi con le tubature ghiacciate. Un quadro che ha nuovamente messo all'attenzione delle istituzioni, della società e della città intera, il problema di avere uno stadio non a norma con quelle che sono le richieste del mercato calcistico e le esigenze di una città che vuole fare calcio a certi livelli.

Da molto tempo ormai il 'problema stadio' è oggetto di dibattito e di scontro con il patron Gino Corioni, che in questi vent'anni di presidenza non è mai riuscito a farsi ascoltare dalle istituzioni per ristrutturare l'impianto o costruirne uno nuovo, all'avanguardia (ipotesi difficile, considerato il momento economico). Probabile che passino altri vent'anni prima di prendere altre decisioni. E intanto vengono rinviate le partite, come quella tra Brescia e Torino...