Brescia, l'ex Mareco:| 'Se segno non esulto'
Duecentoventotto partite e 7 gol. Dieci stagioni con il Brescia. Gli anni di Baggio e Mazzone, quelli di Caracciolo e Possanzini. Le discese ardite e le risalite, la grande serie A, tanta B, la promozione ai playoff, la retrocessione e l'addio. Si può dimenticare tutto questo? Victor Hugo Mareco si porta Brescia dentro. Brescia non è il romanzo della sua vita: è, semplicemente, tutta la sua carriera prima di approdare al Verona, la sua squadra attuale, quella con cui domani torna al 'Rigamonti' da avversario. Sensazione strana, molto più forte di quella vissuta all'andata al 'Bentegodi', nel primo incrocio da ex (vinto dall'Hellas 1-0). 'Sarà una giornata particolare, ma è tutta la settimana che è particolare per me. Sono arrivato in Italia grazie al Brescia, ero solo un ragazzino. Sono rimasto 10 anni, sono diventato uomo, ora torno da rivale. Non riesco ancora a immaginare quello che proverò, una volta in campo'.
Si poteva evitare l'addio di inizio stagione? Mareco era fuori rosa, come Martinez. Fu spedito a Verona, perché aveva quella richiesta di mercato, a differenza del Tuma, che è rimasto, è stato reintegrato, è tornato protagonista. E ha tolto proprio a Mareco il primato delle presenze nella storia dei calciatori stranieri del Brescia. 'Fossi rimasto? È andata diversamente. Sono contento per il Tuma. Per quanto mi riguarda non ci sono stati litigi, ma la società non era più disposta ad accettare certe cose. Mi riferisco a un discorso economico, alle spese che la dirigenza voleva ridurre'. Tagliato Mareco, insieme ai conti del monte-stipendi. E Mareco a Verona ha dimostrato di saperci ancora fare. Per rendimento è fra i migliori centrali della serie B. Un rilancio in grande stile, dopo un'estate ai margini.
'Io non cerco rivincite, non ho questioni in sospeso e non penso al passato, anche se sono consapevole di ritrovarmi di fronte tutto il mio passato in questa partita a Mompiano'. Nessun timore nemmeno per gli eventuali fischi: 'Non ci penso. Se i fischi arrivano me ne faccio una ragione, se non arrivano sono pure contento. Credo di essermi lasciato bene con tutti. Il Brescia è stato la squadra della mia vita, anche se a Verona ho trovato una nuova sistemazione felice. Un grande gruppo. Si lavora benissimo, mi trovo a mio agio, faccio parte di una squadra che può andare lontano. E nessuno mi ha fatto pesare il mio passato bresciano'. Sette reti in carriera. Nel gioco aereo Mareco è sempre pericoloso. In caso di gol al Brescia, ha le idee chiare: 'Non esulterei. In segno di rispetto. A Brescia, in provincia, ho scelto anche di vivere: ho casa a Castegnato. A Brescia ho formato una famiglia. Non è una sfida come le altre, davvero. Ovvio che cercherò di segnare e di vincere con tutto me stesso, per il Verona. Il mio impegno è sempre massimo. Ciò non toglie che abbia tanti ricordi allo stadio Rigamonti'.
Il più bello: 'La promozione di due anni fa, nella finale playoff con il Torino. Ero squalificato, in tribuna. Fu un'emozione fortissima. La vittoria di un gruppo che non aveva i favori del pronostico a inizio stagione'. Il più brutto: 'Il fallo di mano con la Roma, che provocò rigore e sconfitta a tempo scaduto. Da cancellare. O forse no, perché fa parte della mia storia anche quell'episodio'. Quando Mareco muoveva i primi passi, nel Brescia giocava Alessandro Calori: 'Lo ritrovo da allenatore, ma non dimentico certo com'era da difensore. Ero nella Primavera, mi allenavo con lui e con gli altri grandi. Un modello: dava consigli, sempre concentrato. Con Calori in panchina il Brescia si è ripreso benissimo. Noi del Verona dovremo stare attenti dall'inizio alla fine, come abbiamo fatto a Torino e altrove, e mantenere sempre la calma. Ricordarci che le gare durano 95 minuti, non 90. A Mompiano affrontiamo una formazione forte, in corsa per gli spareggi. Brescia qualificato ai playoff e Verona promosso direttamente in A: sarebbe bellissimo'.
(Bresciaoggi)