ANSA
Brescia-Cosenza: giocatori minacciati col coltello in campo, in fiamme l'auto di Huard. Balata: 'Sono avvilito'
E' successo di tutto ieri sera a Brescia (foto Ansa), in occasione della partita di ritorno contro il Cosenza, valida per i play-out di Serie B. Il verdetto espresso dal campo non lascia spazio a seconde possibilità per la formazione lombarda che, dopo la sconfitta di misura all'andata in Calabria, si è fatta raggiungere sull'1-1 al 95° al "Rigamonti" autocondannandosi ad una retrocessione in Serie C che mancava da ben 38 anni. Un risultato sportivo che ha fatto letteralmente esplodere la rabbia degli ultras bresciani, protagonisti della sospensione - prima momentanea e poi definitiva - della partita per lancio di oggetti e fumogeni sul campo prima, di un'invasione arrivata quasi alle porte degli spogliatoi e di diversi incidenti all'esterno dell'impianto poi.
DELIRIO PURO - Scene di autentico delirio e di terrore puro per i tanti tifosi sistemati in tribuna e costretti a ritardare il regolare deflusso dal "Rigamonti" mentre il quartiere di Mompiano veniva messo letteralmente a ferro e fuoco, provocando il ferimento di alcune persone (fra cui il vice-capo degli steward, colpito al torace) e all'arresto di almeno 5 teppisti. Ancora fumogeni lanciati contro le forze di polizia costrette ad intervenire, bombe carta e i lacrimogeni usati dai poliziotti, con la conseguenza di alcune autovetture gravemente danneggiate, come quella del difensore del Brescia Huard (che aveva lasciato la macchina nel parcheggio interno dello stadio). Paura allo stato puro pure per i componenti delle due squadre, i rispettivi staff tecnici e i familiari, rifugiatisi in fretta e fuori nella pancia dello stadio per sfuggire alla rabbia senza controllo degli ultras, autori di una vera e propria invasione e addirittura di minacce sul campo nei confronti di alcuni calciatori con tanto di bastoni e coltelli in mano.
LO SCONCERTO - Ad esprimere tutto lo sconcerto degli appassionati di calcio italiani per i gravissimi fatti di Brescia è stato il presidente della Lega Serie B Mauro Balata, che ha scritto una lettera in merito a quanto è accaduto: "Premetto che quanto accaduto a Brescia è sotto ogni profilo ingiustificabile e va condannato con forza. Sono però avvilito e profondamente scosso. In 6 anni, circa, di presidenza non vi erano mai stati episodi di violenza come quelli ai quali abbiamo assistito giovedì sera allo stadio Rigamonti. Anzi la nostra categoria si è sempre distinta nei report stagionali per l’assenza di aggressioni e discriminazioni. Oggi mi sento sconfitto. Mi interrogo e credo che lo dobbiamo fare tutti sul perché possano verificarsi situazioni di tale violenza in occasione di un evento sportivo che dovrebbe generare gioia.
I calciatori di entrambe le squadre hanno dato tutto in campo. Poi è ovvio che una delle due esca sconfitta. Ma la sconfitta fa parte dello sport, ne è una componente essenziale. Deve essere accettata come un momento del percorso sportivo di ogni squadra, di ogni atleta, di ogni società. Tutti vivono di vittorie e di sconfitte. Tutti devono affrontare queste situazioni con coraggio e con rispetto per se stessi e gli altri. La sconfitta porta con sé quella esigenza di riflettere, di fare autocritica, è una condizione che unisce e che sprona a fare sempre meglio. E' anche e soprattutto attraverso le sconfitte che si diventa più forti, anche nella vita. L’amore per la propria squadra non può mai essere violenza perché la violenza è la negazione dell’amore.
Voglio manifestare la mia vicinanza a tutti, vincitori e sconfitti, a tutti coloro che giovedì sera hanno sofferto e provato paura e sconforto, alle due società, ai tantissimi e veri tifosi e appassionati delle due squadre, agli addetti ai lavori e alle forze di polizia impegnati nel contenere la follia e che hanno rischiato per la loro incolumità, ma voglio anche capire e affrontare questa situazione direttamente con le istituzioni della città e con tutti coloro che hanno buona volontà, profondo senso del rispetto e amore vero per lo sport anche quando si perde. In modo da aprire un dialogo affinché quanto sia accaduto non sia dimenticato con l’esaurirsi dell’emotività del momento ma al contrario diventi occasione di riflessione e confronto. Solo in questo modo potremo evitare altri, simili, episodi".
#bresciacosenza #playout tifosi del #Brescia......no comment ...!!! pic.twitter.com/4OWcZ1zvyu
— Giovanni (@Giovann02443943) June 1, 2023
DELIRIO PURO - Scene di autentico delirio e di terrore puro per i tanti tifosi sistemati in tribuna e costretti a ritardare il regolare deflusso dal "Rigamonti" mentre il quartiere di Mompiano veniva messo letteralmente a ferro e fuoco, provocando il ferimento di alcune persone (fra cui il vice-capo degli steward, colpito al torace) e all'arresto di almeno 5 teppisti. Ancora fumogeni lanciati contro le forze di polizia costrette ad intervenire, bombe carta e i lacrimogeni usati dai poliziotti, con la conseguenza di alcune autovetture gravemente danneggiate, come quella del difensore del Brescia Huard (che aveva lasciato la macchina nel parcheggio interno dello stadio). Paura allo stato puro pure per i componenti delle due squadre, i rispettivi staff tecnici e i familiari, rifugiatisi in fretta e fuori nella pancia dello stadio per sfuggire alla rabbia senza controllo degli ultras, autori di una vera e propria invasione e addirittura di minacce sul campo nei confronti di alcuni calciatori con tanto di bastoni e coltelli in mano.
LO SCONCERTO - Ad esprimere tutto lo sconcerto degli appassionati di calcio italiani per i gravissimi fatti di Brescia è stato il presidente della Lega Serie B Mauro Balata, che ha scritto una lettera in merito a quanto è accaduto: "Premetto che quanto accaduto a Brescia è sotto ogni profilo ingiustificabile e va condannato con forza. Sono però avvilito e profondamente scosso. In 6 anni, circa, di presidenza non vi erano mai stati episodi di violenza come quelli ai quali abbiamo assistito giovedì sera allo stadio Rigamonti. Anzi la nostra categoria si è sempre distinta nei report stagionali per l’assenza di aggressioni e discriminazioni. Oggi mi sento sconfitto. Mi interrogo e credo che lo dobbiamo fare tutti sul perché possano verificarsi situazioni di tale violenza in occasione di un evento sportivo che dovrebbe generare gioia.
I calciatori di entrambe le squadre hanno dato tutto in campo. Poi è ovvio che una delle due esca sconfitta. Ma la sconfitta fa parte dello sport, ne è una componente essenziale. Deve essere accettata come un momento del percorso sportivo di ogni squadra, di ogni atleta, di ogni società. Tutti vivono di vittorie e di sconfitte. Tutti devono affrontare queste situazioni con coraggio e con rispetto per se stessi e gli altri. La sconfitta porta con sé quella esigenza di riflettere, di fare autocritica, è una condizione che unisce e che sprona a fare sempre meglio. E' anche e soprattutto attraverso le sconfitte che si diventa più forti, anche nella vita. L’amore per la propria squadra non può mai essere violenza perché la violenza è la negazione dell’amore.
Voglio manifestare la mia vicinanza a tutti, vincitori e sconfitti, a tutti coloro che giovedì sera hanno sofferto e provato paura e sconforto, alle due società, ai tantissimi e veri tifosi e appassionati delle due squadre, agli addetti ai lavori e alle forze di polizia impegnati nel contenere la follia e che hanno rischiato per la loro incolumità, ma voglio anche capire e affrontare questa situazione direttamente con le istituzioni della città e con tutti coloro che hanno buona volontà, profondo senso del rispetto e amore vero per lo sport anche quando si perde. In modo da aprire un dialogo affinché quanto sia accaduto non sia dimenticato con l’esaurirsi dell’emotività del momento ma al contrario diventi occasione di riflessione e confronto. Solo in questo modo potremo evitare altri, simili, episodi".