Brescia, Cordova:|'Devo guardami intorno...'
Tanto tuonò che piovve. E così, dopo tanti ‘rinvii’, tante richieste (non solo da parte della Stampa ma anche del giocatore stesso) posticipate a ‘tempi migliori’, riecco la voce di Nicolas Cordova: “Ma non è che non aveva voglia di parlare, tutt’altro. E’ che non ‘potevo’… Ma ora che tutto s’è calmato, eccomi qua”. Il tono è chiaro e deciso, ma lo sguardo tradisce un malessere patito e non ancora passato completamente: “Prima problemi legati al ruolo, poi messo fuori rosa, infine sul mercato dopo aver ritrovato la Nazionale: sono successe parecchie cose negative ed è la prima volta che mi capitava”.
Progetto. “La situazione non è ancora chiara, vedrò di parlare con il direttore in questi giorni. Io sono in scadenza di contratto e nessuno s’è fatto ancora sentire, ma credo che come giocatore posso ancora dire la mia. Capisco la situazione societaria, capisco il voler far giocare i giovani, ma non facendo ancora parte di questo progetto, è chiaro che mi devo guardare in giro..”.
Inconscio. “Io rimarrei volentieri, certo non a queste condizioni. E’ dura quando non capisci se non giochi per scelta tecnica o per altri motivi: è difficile all’inizio della settimana sapere che difficilmente sarai in campo per la prossima partita e allenarti con la giusta carica: inconsciamente subisci questa situazione. Sarebbe diverso se fossi parte del progetto, ma la realtà è che non mi sono mai sentito parte di questo progetto”.
Ruolo. “All’inizio mi avevano chiesto di fare il trequartista e io ho risposto che per 2 o 3 gare potevo farlo, ma che non sapevo quanto potevo reggere nel campionato. Tutto qui, per una questione di sicurezza mia. Io ho dato la mia disponibilità anche per giocare terzino destro… Qui qualcuno pensava che io volessi andar via, ma non era e non è così”.
Utile. “Chiaro che non è una bella situazione: ho quasi 33anni, ma se mi si dà la possibilità di giocarmela, me la gioco con tutti. Se ho certezze da parte della società, so che una mano posso darla ancora”.
Calori. “Ci ha visto solo 3-4 giorni prima di Livorno e, tolte le feste, una settimana ora. E’ ancora adesso in fase di conoscenza. Lasciamolo lavorare in pace, deve ancora capire alcune cose. Una volta che chiarirà le sue idee, ci ha detto che ci farà sapere su chi conta. Dite che ha dichiarato che giocherà chi merita e chi è utile alla causa? Far giocare chi merita crea concorrenza e con la concorrenza il gruppo ci può solo guadagnare”.
Causa. “Se la mancata concorrenza abbia influito sui risultati negativi della squadra? Beh, Scienza doveva operare in una situazione difficile e poi è arrivata un’involuzione troppo veloce. Nessuno si aspettava un crollo così netto e rapido”.
Società. “Ci sono diversi tipi di valorizzazione dei giovani: come qui, dove vengono venduti il prima possibile o come, per esempio, a Udine dove crescono 2 o 3 anni e poi la società realizza. Non so quale delle due sia la più corretta. Certo, all’inizio la società Brescia è stata chiara: vendere per salvare il club. E se hanno deciso di agire così è perché, evidentemente, non potevano fare altro”.
Nazionale. “Ho parlato a Dicembre con l’allenatore del Cile: se ricomincio a giocare, un pensiero ce lo può fare ancora. Certo, la concorrenza è tanta: da Vidal a Cardona, a Medel del Siviglia. E io, giocando in B, parto pure svantaggiato…”.