Brescia, aria tesa:| Calori risponde a Corioni
Il presidente del Brescia, Gino Corioni, è 'contentino'? Alessandro Calori, l'allenatore del Brescia, sa di aver fatto 'un lavorone. Non un lavorino: qualcosa di fantastico. Se fossimo arrivati ai play-off, sarebbe stato superlativo. Ma non bisogna dimenticare come stavano le cose, quando sono arrivato'. A dicembre. Con la squadra quint'ultima. Dopo 13 giornate senza vittorie. Fra le macerie di una depressione cosmica, acuita dal dispiacere per ciò che con la gestione-Scienza era stato (un avvio sfavillante) e non era più (per un crollo inesorabile). 'Quando sono arrivato mi era stata chiesta una cosa: salvare il Brescia - riprende Calori, 37 punti in 20 panchine -. La situazione non era delle migliori. Ho accettato di istinto. Sono venuto per dare una mano, in un contesto difficile. Abbiamo fatto qualcosa di concreto e lo dicono i numeri'. Il record di imbattibilità di Arcari, le 10 partite senza sconfitte, le cinque vittorie esterne di fila: 'Record che resteranno. Merito dei giocatori. Se il lavoro si è svolto in un certo modo devo dire grazie a loro, che hanno dato tutto e anche di più con la massima disponibilità. Chiaro, piacerebbe sempre fare meglio. Nell'ultimo periodo i risultati sono venuti a mancare, dopo la sconfitta con il Varese le possibilità di andare ai play-off sono pressoché zero'.
Ma non erano i play-off l'obiettivo: 'Mi secca aver perso l'ultima gara con un arbitraggio, quello di Nasca, che non mi è piaciuto - ammette Calori -. E io non parlo spesso di arbitri. Era una partita decisiva, il Varese ha fatto bene il suo, ma mi sarebbe piaciuto veder giudicato l'episodio cruciale in nostro favore nel modo giusto: su Piovaccari c'era rigore ed espulsione, ci è stato negato qualcosa che ci spettava. Peccato'. Il Brescia che doveva salvarsi è rimasto in corsa per la serie A fino a tre giornate dalla fine. Corioni è 'contentino'. Calori non vuole polemizzare: 'Non mi interessa controbattere. L'espressione che usa il presidente va presa per quella che è. Non è che io non la valuti, ma ho la fortuna di conoscere bene il presidente da tempo, sono stato suo giocatore, so che è un provocatore, ama lanciare i messaggi... E ha lanciato un messaggio. Ne tengo conto. Ma è un messaggio anche il contratto in essere'. Calori a dicembre aveva firmato fino a giugno, ma con l'opzione per il rinnovo automatico in caso di salvezza. Obiettivo centrato con dieci turni d'anticipo.
Corioni ha detto di voler confermare Calori, ma di dover prima capire se può essere l'allenatore che gli serve: 'Uno che non abbia paura di far giocare i giovani'. 'Dire che ho puntato sugli esperti, anziché sui ragazzi, sarebbe falso - osserva il tecnico toscano, corteggiato dal Cesena -. Il Brescia è probabilmente la squadra più giovane della serie B. Quello che è stato fatto è sotto gli occhi di tutti. Jonathas ha realizzato 16 gol, El Kaddouri ne ha fatti 8. Hanno giocato Daprelà, che sta diventando un terzino di valore, Caldirola, Rossi che è in comproprietà. Elementi che sono cresciuti, valorizzati nel corso della stagione. Ora sono un capitale della società'. La media-punti di Calori (1,8) sarebbe da promozione diretta. A tre gare dalla fine: 'Cerchiamo di concludere al meglio, poi ci siederemo a tavolino, io e la dirigenza, e valuteremo insieme se ci sono i presupposti per proseguire il cammino o no. Ho un contratto. Non intendo litigare. Dobbiamo parlare. Decideremo con razionalità e serenità. Ci sono tanti giocatori in scadenza, ma è inutile fare discorsi se non conosco i programmi della società. Non ho le fette di prosciutto sugli occhi: non è il momento per dettare le condizioni ai club, se si eccettuano i primi tre di serie A. Bisogna regolarsi in base alle possibilità dei datori di lavoro. Si ascoltano i progetti e si decide se sottoscriverli. Oppure no'.
(Bresciaoggi)