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    Breda a CM: 'Pioli al Milan si è evoluto, ora ha un vantaggio sull'Inter. A breve verrà fuori un problema alla Juve'

    Breda a CM: 'Pioli al Milan si è evoluto, ora ha un vantaggio sull'Inter. A breve verrà fuori un problema alla Juve'

    • Federico Targetti
    Roberto Breda, ex allenatore del Pescara e del Livorno, è una bandiera della Salernitana. La partita contro il Milan ha per lui valenza particolare, perché l'allenatore dei rossoneri, Stefano Pioli, ha cominciato la sua carriera in panchina proprio alla guida del Cavalluccio, e Breda di quella squadra era il capitano. Inoltre, nell'ultimo Salernitana-Milan di Serie A (1-2), il gol della bandiera dei locali portò proprio la firma del difensore granata. Calciomercato.com ha parlato con lui della partita di stasera, ma anche dei temi salienti relativi al nostro campionato. 

    Breda, parto dalla Salernitana, che è squadra di casa e squadra della sua carriera. Il profondo restyling della rosa porterà ad una miracolosa salvezza secondo lei?
    "E' un tentativo che andava fatto, quando arriva una nuova proprietà arriva anche una ventata di entusiasmo. Questi che hanno dato sono dei segnali forti, nessuno immaginava possibili certi nomi a Salerno. Certo, le percentuali sono basse, però nel calcio mai dire mai. Dopo sei mesi infernali, quello che è successo dopo il 31 dicembre ha riacceso la città".

    Tra l'altro nell'ultimo Salernitana-Milan in Serie A, stagione 98-99, ha pure segnato una punizione-capolavoro.
    "Io non facevo tanti gol, ma quello è stato il primo Serie A della Salernitana, è un gran bel ricordo".

    Prima di parlare del Milan vorrei che mi parlasse del suo allenatore. Lei è stato il capitano della Salernitana 2003-2004, prima squadra allenata da Pioli. Che tecnico era allora e che tecnico è adesso rispetto ad allora?
    "Lui arrivava dalle giovanili del Chievo e aveva delle idee ben chiare che venivano dall'impostazione data da Delneri. Poi si è trovato con una realtà diversa, e dei giocatori adatti al 4-3-3, si è dovuto adattare ad una situazione difficile. Siamo stati ripescati e ci siamo ritrovati a dover cambiare in fretta e furia l'impostazione della rosa in poco tempo. Ma ha fatto un ottimo lavoro, sia dal punto di vista umano sia da quello tecnico, dove comunque essendo alla prima esperienza aveva qualcosa da migliorare. Poi è riuscito sempre a evolversi, passando dal non far giocare gli altri all'imporre il proprio gioco. Infatti il Milan è la squadra più europea in Italia, propositiva e di personalità". 

    Tornando al presente, è l'allenatore che sta facendo meglio in relazione alla rosa a disposizione? 
    "Allenatori come Pioli, Italiano, Juric, pur con idee diverse, stanno facendo bene. Italiano a Firenze sta facendo un capolavoro, ma anche la mano di Inzaghi si vede molto. Il lavoro di Pioli è ottimo, sicuramente fa parte di questa cerchia". 

    Ma quindi il Milan può davvero vincere il campionato? 
    "Il bello di quest'anno è che si cambia idea facilmente. A novembre avrei detto il Napoli, a gennaio Inter e ora Milan. Ci sono tanti colpi di scena, di sicuro adesso il Milan ha il vantaggio di essere fuori dalle coppe. Non voglio fare l'uccello del malaugurio per l'Inter ma dopo le ultime partite il giudizio cambia". 

    A un ex difensore come lei possiamo sottoporre il tema attaccanti: finalmente il Milan ha imparato a fare a meno di Ibrahimovic.
    "All'inizio ha dovuto farne a meno, per forza di cose, e via via l'ha fatto bene. E' anche servito, diciamo così, a dare forza a Giroud, che si è sentito centrale e ha trovato confidenza con il campo e con i compagni. Ora il francese è il valore aggiunto di questa squadra, che comunque è veramente completa nel reparto offensivo". 

    E l'attaccante migliore della Serie A chi è?
    "Se uno guarda i numeri, Immobile ne ha di devastanti, ma in prospettiva dico Vlahovic. Per la sua età sta facendo cose fuori dal comune. In Europa ce ne sono tre o quattro come lui. E quello che sembrava un discorso meramente economico con la Fiorentina, alla fine secondo me è più questione di ambizione, aveva bisogno di un club che potesse soddisfarlo". 

    Il pareggio della Juventus contro il Torino introduce un tema di dibattito: questa squadra può fare a meno di Bonucci o di Chiellini, ma non di entrambi. E' d'accordo?
    "La Juve ha cercato negli anni di trovare delle alternative, ma rinunciare a loro due è sempre stato difficile, hanno sempre avuto un affiatamento pazzesco. Questo però ha impedito agli altri di crescere, perché quando stavano bene loro giocavano sempre loro, e questo è un problema che a breve alla Juve verrà fuori".

    Cosa sta succedendo a De Vrij? Sembra quasi come quando stava per lasciare la Lazio...
    "Le variabili possono essere tante, anche la condizione fisica... Ci stanno dei momenti di difficoltà, siamo umani, di sicuro mi sembra diverso da quando era imminente il suo addio alla Lazio. Certo però che deve tornare sui suoi livelli abituali, l'Inter ne ha bisogno". 

    A lei che è un allenatore lo devo chiedere: cosa pensa delle parole di Mourinho e Conte, che hanno accusato i propri giocatori di non essere pronti?
    "Credo sia una strategia. Sono entrambi comunicatori troppo bravi per non sapere che certe cose non si fanno, quindi a volte queste cose si fanno per mandare messaggi alla società: se si vogliono certi obiettivi, servono certi investimenti. Poi il rapporto con i ragazzi è fondamentale, ci sta lo stimolo ma così è strano... Nei prossimi mesi capiremo meglio cosa c'è dietro"

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