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Applausi a Maran: Castro fa ammattire un Bologna senza gioco né rabbia
Maran per trovare quel gol che fin qua è stato quasi un illustre sconosciuto per il Cagliari ha impiegato Castro tra le linee e alzato Joao Pedro come seconda punta a girare attorno a Pavoletti, con l'utilizzo di un centrocampista di gamba come Ionita. Dall'altra parte, almeno a logica, ci saremmo aspettati il ritorno di Pulgar come centrale di centrocampo per contrastare la fisicità dei centrocampisti del Cagliari, invece Pippo Inzaghi ha confermato (sbagliando, con il senno del poi) Nagy (tra Dzemaili e Svanberg), che rispetto al cileno ha meno struttura e cambio di gioco ma più palleggio e dinamismo. E anche più l'intelligenza tattica di sottrarsi alla marcatura del trequartista degli altri. Con il senno del prima avrebbe dovuto essere interessante vedere lo scontro tra due ragazzi di grande qualità, e cioè Barella del Cagliari classe '97 e Svanberg del Bologna classe '99, che a oggi sono due grandi prospetti ma che con il tempo possono diventare entrambi due centrocampisti capaci di fare la differenza. Bene, questa sfida l'ha vinta Barella, anche per le colpe dello svedesino.
Per quanto riguarda la difesa non ha cambiato neanche una virgola Inzaghi, riproponendo il giovane Calabresi accanto a Danilo e De Maio, mentre Maran, non potendo contare sull’infortunato Klavan, ha preferito Pisacane ad Andreolli al fianco di Romagna. Con Padoin esterno sinistro. La partita l'ha fatta da subito il Cagliari, con il Bologna che non ha mai preso Castro tra le linee. Perché Nagy non gli ha mai fatto neanche prurito e perché i centrali sono sempre arrivati in ritardo su di lui. Ancora una volta la squadra di Maran ha evidenziato le sue difficoltà nella costruzione del gioco, ma in compenso ci ha messo del suo il Bologna, che soprattutto sulla sua catena di sinistra non ha mai trovato il bandolo della matassa. Tra l’altro, quando ti proponi con il 3-5-2 come sistema di gioco e stai basso sul campo, fai inevitabilmente fatica ad arrivare nelle vicinanze degli altri in tempi brevi, e la conseguenza è stata scontata. Questa: non soffrendo mai dietro, il Cagliari ha potuto attaccare percorrendo sia i sentieri laterali che centrali, e proprio su una grande giocata di Castro sfuggito a Calabresi (che si è fatto saltare con troppa facilità) sul lato sinistro è piovuto un pallone in mezzo sul quale Danilo ha fatto il sonno degli ingiusti e consentito a Joao Pedro di battere Skorupski. Morale: ancora una volta il Bologna ha subito un gol che mai avrebbe dovuto prendere, essendo di sicuro evitabile. E questa volta non è stato solo colpa di un singolo ma anche dell'intero reparto che ha fatto un movimento sbagliato.
Detto che il Bologna ha commesso tanti, troppi errori e che legittimamente ha chiuso il primo tempo in svantaggio, va sottolineato come anche l’arbitro Pasqua abbia sbagliato in modo grossolano su Pisacane. Che dopo aver commesso un fallo da arancione su Dzemaili e rimediato un giallo, ecco che ha colpito con una manata Santander: sarebbe stato il secondo giallo e di conseguenza espulsione del difensore del Cagliari, invece Pasqua ha fatto finta di niente, sanzionando solo una punizione a favore del Bologna. Che è rimasto troppo sulle sue, non riuscendo mai a contrattaccare con una certa pericolosità. Perché Romagna ha coperto bene Santander e perché anche sui lati prima Srna a destra (e poi Faragò) e Padoin a sinistra hannopresidiato con grande applicazione il bidone di benzina. In pratica Cragno non ha dovuto sbrigare mai neanche l’ordinario, e cio è grave per il Bologna, colpevole di essere stato impalpabile nella fase di possesso palla.
Nella seconda parte Inzaghi ha tolto Dijks per far entrare Krejci, più esterno d'attacco rispetto all'olandese arrivato a Bologna dall'Ajax, mantenendo un 3-5-2 che nella prima non è stato per niente costruttivo. Con il passare dei minuti il Bologna ha preso più campo, ma se n'è anche lasciato tanto alle sue spalle, e lungo quei vialoni incustoditi sono saliti via via Castro, Barella e Joao Pedro, creando ansie nelle vicinanze di Skorupski. Di sicuro in numero superiore rispetto a quelle che aveva costruito il Bologna al Cagliari quando aveva potuto giocare di rimessa. La verità è che alla squadra di Inzaghi sarebbe servita quella qualità che non ha e anche con un po' di coraggio in più, perché la linea difensiva non si è mai alzata, continuando a muoversi sulla sua trequarti campo. Al minuto 15 Cragno ha dovuto confezionare la sua prima vera parata su una conclusione da fuori di Nagy. A questo punto Inzaghi ha tolto De Maio per far entrare Orsolini e disegnato il Bologna sul 4-4-2, con Krejci dirottato a fare l'esterno basso a sinistra. Skorupski è stato grande su Joao Pedro, poi Svanberg ha chiuso male una buona ripartenza. Di sicuro il nuovo modulo ha dato un po’ più di compattezza al Bologna, che tuttavia non ha mai trovato buone soluzioni di gioco in attacco. E così al minuto 23, ancora su una grande giocata di Castro che il Bologna non è mai riuscito neanche a vedere, Pavoletti di testa ha firmato il gol del 2-0. Assolutamente meritato, perché il Cagliari è stato più tutto del Bologna: più qualità, più organizzazione di gioco, più rabbia e anche più fame. Sì, anche su questo fronte la squadra di Inzaghi ha deluso, altro che fuoco e desiderio come pretendono Saputo e lo stesso allenatore, perché tu puoi anche avere poca qualità ma l'atteggiamento deve essere sempre quello giusto. E questo discorso vale per tutti, anche per Santander, che ha vissuto un sabato pieno di silenzi, non avendo mai impensierito Romagna. Inzaghi ha tentato anche la carta del giovane Okwonkwo al posto di Falcinelli, ma il Bologna ha continuato a sbagliare anche le cose più elementari e quando ne ha indovinate una ci ha pensato Cragno ad allontanare il pericolo. Ecco, fate conto che il Bologna non abbia mai giocato da squadra, anche nel tentativo di aggredire l'avversario ogni rossoblù si è mosso per conto suo, il che ha permesso al Cagliari di non rischiare più di tanto dietro. Dove i difensori hanno continuato a giocare con diligenza e applicazione anche in occasione delle palle inattive di fronte a un Bologna assolutamente senza idee e ormai già rassegnato alla sconfitta. Giusta, sacrosanta e inevitabile per come ha giocato. O meglio, non ha giocato.
Le conclusioni: il Bologna ha fatto due passi indietro rispetto alla partita vinta contro l’Udinese, di contro un applauso lo merita Maran, che cambiando gli addendi ha cambiato anche il prodotto. Perché Castro impiegato tra le linee e Joao Pedro come seconda punta sono stati addirittura decisivi: il primo ha costruito gli assist dei due gol, il secondo ha segnato l’1-0. Con Pavoletti che ha messo il sigillo alla partita firmando il secondo.
IL TABELLINO
Cagliari-Bologna 2-0 (primo tempo 1-0)
Marcatori: 22' p.t. Joao Pedro (C), 23' s.t. Pavoletti (C)
Assist: 22' p.t. Castro (C), 23' s.t. Castro (C)
Cagliari (4-3-1-2): Cragno; Srna (28' p.t. Faragò), Romagna, Pisacane, Padoin; Ionita (30' s.t. Dessena), Bradaric, Barella; Castro; Joao Pedro (42' s.t. Farias), Pavoletti. All. Maran
Bologna (3-5-2): Skorupski; Calabresi, Danilo, De Maio (15' s.t. Orsolini); Mattiello, Svanberg, Nagy, Dzemaili, Dijks (dal 1' s.t. Krejci); Falcinelli (30' s.t. Okwonkwo), Santander. All. Inzaghi
Arbitro: Pasqua di Tivoli
Ammoniti: 14' p.t. De Maio (B), 25' p.t. Pisacane (C), 37' p.t. Dijks (B), 23' s.t. Dessena (C) (non dal campo), 23' s.t. Okwonkwo (B) (non dal campo), 45' s.t. Santander (B)