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    Brasile, il mistero dei centravanti scomparsi

    Brasile, il mistero dei centravanti scomparsi

    • Riccardo Rossi
    Pare che il commissario Pepe Carvalho, si stia preparando a risolvere un nuovo enigma a sfondo calcistico, dopo quello del "Centravanti è stato assassinato verso sera".
    Lo stralunato poliziotto, creato dalla penna di Manuel Vazquez Montalbàn, potrebbe infatti vedersi presto assegnare una nuova missione dal suo padre letterario e dalla Federazione calcistica brasiliana: il mistero dei centravanti scomparsi in Brasile.
    Indiziato numero uno, come grande cattivo della storia, Pep Guardiola.
    La sua nefasta dichiarazione di qualche anno fa, " il nostro centravanti è lo spazio", studiata ad arte per giustificare l'accantonamento di Ibra e lo spostamento in posizione centrale di "Re" Messi, ha fatto strage di attaccanti centrali in tutto il mondo.
    Da un giorno all'altro, schiere di "Batigol" in erba, emuli di Superpippo Inzaghi o centravanti "di sfondamento" alla Skuhravy sono stati messi in soffitta, trattati come dei rari casi di mammut inspiegabilmente sopravvissuti all'estinzione.
    D'altronde, la nazionale più vincente al mondo, la Spagna, vinceva tutto schierando un centrocampista "Box to Box" come Fabregas in posizione di "Falso Nueve".
    Non c'è paese al mondo in cui la filosofia del terribile Pep abbia attecchito come in Brasile.
    Un paese di amanti delle finte, dei doppi (e tripli) passi e dei numeri "circensi" fine a se stessi, ha colto al volo la scusa per accantonare quegli antiestetici "pali" impiantati nell'area avversaria.
    Sono inutili, via!
    Molto meglio infarcire le squadre di club e la nazionale di "nuovi Robinho", "nuovi Denilson" e, nei casi peggiori, di "nuovi Foquinha".
    Peccato che, a lungo andare, si siano accorti che per vincere le partite bisogna anche tirare in porta, di piede, di testa, anche di stinco a volte e che le finte e i "sombreri" non gonfiano la rete.
    Quando si sono guardati intorno allarmati, i responsabili tecnici della nazionale brasiliana, hanno però trovato il vuoto: aver trascurato la crescita e la valorizzazione dei bomber locali per diversi anni, aveva fatto sparire una intera generazione di centravanti.
    "E ora che si fa?!" Si saranno chiesti terrorizzati.
    In preda al panico, si sono tuffati sugli almanacchi ed hanno rispolverato qualche vecchietto col vizio del gol, alcuni nemmeno con quello. I risultati sono stati, ovviamente, sconfortanti.
    Il Brasile ha affidato le chiavi dell'attacco, prima all'impresentabile trentenne Jo (Mondiale 2014), poi al trentacinquenne bomber (lui per davvero) Ricardo Oliveira ed infine, causa infortunio dell'ex rossonero, all'onesto mestierante del gol Jonas (protagonista di una grande stagione con il Benfica), rispolverato dopo quasi quattro anni dalla sua ultima apparizione in maglia verdeoro.

    Missione cancellata, caro commissario Carvalho, non c'è più nessun mistero da risolvere.
     

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