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Brasile, UFFICIALE: Dunga nuovo ct VIDEO
La Federcalcio del Brasile ha ufficializzato il nome del nuovo commissario tecnico della nazionale verde-oro dopo le dimissioni accettate di Felipe Scolari: è Carlos Dunga, 51 anni, già ct dal 2006 al 2006 e vincitore di una Copa America nel 2007, della Confederations Cup del 2009 e medaglia di bronzo olimpica a Pechino nel 2008. Il presidente Josè Maria Marin lo sta presentando in conferenza stampa a Barra da Tijuca in questi minuti alla stampa; Dunga ha superato la concorrenza dell'ex milanista Leonardo ed è stato scelto dal nuovo coordinatore tecnico delle nazionali Gilmar Rinaldi.
Ecco l'intera conferenza stampa di Dunga, nuovo ct della nazionale brasiliana: al suo fianco siedono il presidente della CBF, Marin, che prende la parola per primo: "La scelta del nuovo allenatore è stata presa all'unanimità dai consiglieri". A lato del presidente della Federazione verdeoro c'è anche Gilmar Mendes, agente tra gli altri di Adriano, coordinatore di tutte le Nazionali, dalle giovanili sino alla prima squadra.
Prende quindi la parola Dunga: "Sono felice, molto felice. Ringrazio la Federazione per la fiducia. Lavoreremo insieme con le categorie di base. Non possiamo fare terra bruciata di quello che abbiamo fatto in questa Coppa, la tecnica e le qualità sono importanti, ma la pianificazione è fondamentale".
Sul rapporto con la stampa: "Sono cosciente di dover migliorare la mia relazione con voi. Ho avuto modo di ricaricarmi, con grandi maestri del calcio, fra i quali anche Sacchi. Potete criticarmi, io lo accetto, il fine è il bene della Nazionale, perché abbia successo".
Su quale sia la missione: riconquistare i tifosi o far giocar bene la Selecao: "L'obiettivo è il 2018, non possiamo scordarci però la Coppa America che viene prima ed anche le Olimpiadi che saranno in casa, qui, in Brasile".
Sulle qualità del Brasile: "Abbiamo caratteristiche nostre, da sfruttare, ma insieme ad una pianificazione, concreta ed obiettiva".
Riprende la parola Gilmar Rinaldi. "Dunga non è stato invitato: è stato convocato, non poteva dire di no".
Di nuovo Dunga: "Non pensavo che sarei stato chiamato. Saneremo le ferite coi risultati, ma questi vengono col lavoro, con la pianificazione. Io non vendo un sogno, il calcio di oggi è competitivo e noi dobbiamo essere umili per capire che non siamo più i migliori ma dobbiamo lavorare molto. Dovremo farlo, per arrivare a conquistare il posto che avevamo prima".
Sull'esistenza del calcio-arte: "Esiste ovunque, non solo qui. Non possiamo pensare che Pelè nasca tutti i giorni. Era e resta un mito, gli idoli non nascono, lo diventano conquistando i tifosi".
Su come è cambiato il calcio: "Tantissimo: in questo Mondiale abbiamo visto un grande numero di gol. Incredibile. Ma non perché ci siano cinque attaccanti ma perché ci arrivano in cinque in attacco. Oggi il craque deve partecipare al gioco, basta vedere come gioca Robben".
Sulla maglia del Brasile: "E' vero che questa maglia pesa, ma è vero anche che pesa giocare contro di noi per un avversario. Non possiamo dire che vinceremo la Coppa, chiaro, non possiamo vendere illusioni".
Sui motivi del suo ritorno: "I numeri dicono che nel 2010 abbiamo fatto un buon lavoro, nel primo mandato, anche se sono soggetto a fare errori. Cercherò di migliorare in questi aspetti".
Sul nuovo ciclo, impostato sui giovani o su una base d'esperienza: "Bisogna mixare le due cose. Devo riuscire a fare questo, il giusto mix. Dobbiamo mettere i giocatori giovani nel momento giusto".
Prende quindi la parola il presidente Marin: "Questo è il nostro progetto, andare avanti con lui sino al 2018".
Sul risultato di un sondaggio che vede l'80% dei tifosi contrari al ritorno di Dunga come ct: "Rispetto tutte le opinioni, devo trovare forza e sinergie per ribaltare questi sondaggi".
Sul rapporto con la stampa: "Nessuna riunione segreta, farò tutto a viso aperto".
Sul ritiro a porte aperte della Selecao in Brasile: "Non è importante".
Sui risultati: "Sono sicuro che i risultati arriveranno, con lavoro e sacrificio. Ho vissuto in Germania, ho visto investimento nella pianificazione, sempre. Il loro è un progetto antico, non è una cosa degli ultimi anni".
Sulla Germania: "Ha ragione Sacchi, gioca un calcio totale, hanno meritato di vincere. Ho parlato moltissimo con Sacchi sull'intelligenza di gioco, voglio applicare questo alla mia Seleçao. Dopo ogni gara ho fatto riunioni con Sacchi e Gullit, dopo ogni sfida Mondiale. Sapete chi è stata la Nazionale più offensiva? Il Cile, con tre attaccanti puri".
Ecco l'intera conferenza stampa di Dunga, nuovo ct della nazionale brasiliana: al suo fianco siedono il presidente della CBF, Marin, che prende la parola per primo: "La scelta del nuovo allenatore è stata presa all'unanimità dai consiglieri". A lato del presidente della Federazione verdeoro c'è anche Gilmar Mendes, agente tra gli altri di Adriano, coordinatore di tutte le Nazionali, dalle giovanili sino alla prima squadra.
Prende quindi la parola Dunga: "Sono felice, molto felice. Ringrazio la Federazione per la fiducia. Lavoreremo insieme con le categorie di base. Non possiamo fare terra bruciata di quello che abbiamo fatto in questa Coppa, la tecnica e le qualità sono importanti, ma la pianificazione è fondamentale".
Sul rapporto con la stampa: "Sono cosciente di dover migliorare la mia relazione con voi. Ho avuto modo di ricaricarmi, con grandi maestri del calcio, fra i quali anche Sacchi. Potete criticarmi, io lo accetto, il fine è il bene della Nazionale, perché abbia successo".
Su quale sia la missione: riconquistare i tifosi o far giocar bene la Selecao: "L'obiettivo è il 2018, non possiamo scordarci però la Coppa America che viene prima ed anche le Olimpiadi che saranno in casa, qui, in Brasile".
Sulle qualità del Brasile: "Abbiamo caratteristiche nostre, da sfruttare, ma insieme ad una pianificazione, concreta ed obiettiva".
Riprende la parola Gilmar Rinaldi. "Dunga non è stato invitato: è stato convocato, non poteva dire di no".
Di nuovo Dunga: "Non pensavo che sarei stato chiamato. Saneremo le ferite coi risultati, ma questi vengono col lavoro, con la pianificazione. Io non vendo un sogno, il calcio di oggi è competitivo e noi dobbiamo essere umili per capire che non siamo più i migliori ma dobbiamo lavorare molto. Dovremo farlo, per arrivare a conquistare il posto che avevamo prima".
Sull'esistenza del calcio-arte: "Esiste ovunque, non solo qui. Non possiamo pensare che Pelè nasca tutti i giorni. Era e resta un mito, gli idoli non nascono, lo diventano conquistando i tifosi".
Su come è cambiato il calcio: "Tantissimo: in questo Mondiale abbiamo visto un grande numero di gol. Incredibile. Ma non perché ci siano cinque attaccanti ma perché ci arrivano in cinque in attacco. Oggi il craque deve partecipare al gioco, basta vedere come gioca Robben".
Sulla maglia del Brasile: "E' vero che questa maglia pesa, ma è vero anche che pesa giocare contro di noi per un avversario. Non possiamo dire che vinceremo la Coppa, chiaro, non possiamo vendere illusioni".
Sui motivi del suo ritorno: "I numeri dicono che nel 2010 abbiamo fatto un buon lavoro, nel primo mandato, anche se sono soggetto a fare errori. Cercherò di migliorare in questi aspetti".
Sul nuovo ciclo, impostato sui giovani o su una base d'esperienza: "Bisogna mixare le due cose. Devo riuscire a fare questo, il giusto mix. Dobbiamo mettere i giocatori giovani nel momento giusto".
Prende quindi la parola il presidente Marin: "Questo è il nostro progetto, andare avanti con lui sino al 2018".
Sul risultato di un sondaggio che vede l'80% dei tifosi contrari al ritorno di Dunga come ct: "Rispetto tutte le opinioni, devo trovare forza e sinergie per ribaltare questi sondaggi".
Sul rapporto con la stampa: "Nessuna riunione segreta, farò tutto a viso aperto".
Sul ritiro a porte aperte della Selecao in Brasile: "Non è importante".
Sui risultati: "Sono sicuro che i risultati arriveranno, con lavoro e sacrificio. Ho vissuto in Germania, ho visto investimento nella pianificazione, sempre. Il loro è un progetto antico, non è una cosa degli ultimi anni".
Sulla Germania: "Ha ragione Sacchi, gioca un calcio totale, hanno meritato di vincere. Ho parlato moltissimo con Sacchi sull'intelligenza di gioco, voglio applicare questo alla mia Seleçao. Dopo ogni gara ho fatto riunioni con Sacchi e Gullit, dopo ogni sfida Mondiale. Sapete chi è stata la Nazionale più offensiva? Il Cile, con tre attaccanti puri".