Regista basso davanti alla difesa, mezz'ala destra o sinistra, centrale in una linea a quattro e chi più ne ha più ne metta. Se ancora Giuseppe Sannino non ha scelto come far giocare il suo Palermo (4-4-2, 3-5-2), beh, poco cambia: con Michael Bradley si va sul sicuro. Il 24enne americano il calcio italiano l'ha imparato tutto e subito, imponendosi nel Chievo di Mimmo Di Carlo. Perciò il Palermo punta forte su di lui ed è al momento in pole position per acquistarlo.

Giovane d'esperienza (sembra un ossimoro, nel suo caso non lo è affatto), Michael è figlio d'arte: suo padre Bob è stato ct Usa dal 2006 al 2011, ma non figlio di papà. Niente raccomandazioni, solo promozioni sul campo. A 17 anni era già titolare dei New York Metrostars, poi le esperienze in Olanda (Herenveen) e Germania (Borussia Monchengladbach) condite da gol e applausi. È entrato nel giro della Nazionale a 19 anni e oggi è un perno degli States (9 gol in 62 presenze). In Sudafrica ha segnato con la Slovenia il suo primo gol mondiale. Sei mesi all'Aston Villa gli hanno fatto conoscere, ma non apprezzare la Premier. Meglio l'Italia e la scorsa estate è approdato al Chievo. 'Il suo pregio è la duttilità, tatticamente può ricoprire quasi tutti i ruoli del centrocampo - spiega Di Carlo -. E poi ha una grande voglia di arrivare in alto'.

A Verona Bradley si è fatto subito amare. Ottimo professionista in campo (se ha un difetto è che da quando è in Italia vede poco la porta, anche se nella seconda parte della stagione è migliorato molto) quanto uomo serio e affidabile fuori. Sarà che è nato a Princeton (New Jersey), sede di una delle migliori università del mondo. Di sicuro c'è che, dopo due settimane in Veneto, parlava già bene l'italiano. Un americano a Palermo non è mai stato tanto vicino e poi lo sapete contro chi ha segnato l'unico gol italiano? Col Catania in Chievo-Catania 3-2, quando si dice il destino...

(La Gazzetta dello Sport - Edizione Sicilia)