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    Borussia Dortmund-Juventus, l'analisi tattica: bianconeri da applausi, è la vittoria di Allegri

    Borussia Dortmund-Juventus, l'analisi tattica: bianconeri da applausi, è la vittoria di Allegri

    Il 3-0 della Juventus contro il Borussia Dortmund è il successo di Max Allegri, il tecnico ha vinto la sua scommessa estiva: arrivare al punto in cui si era fermato due anni prima il suo predecessore, Antonio Conte. Ce l’ha fatta con la migliore delle situazioni auspicabili: +14 in campionato e una squadra che si è imposta con un 3-0 in trasferta assolutamente da incorniciare.

    CHE PARTITA! - Il gol a freddo di Tevez ha sicuramente incanalato la partita, ma allo stesso tempo presentarsi a Dortmund e concedere il primo tiro nello specchio all’avversario dopo un’ora (Kampl al 63′) e non permettere mai all’avversario di entrare di fatto in area, costringendo Klopp al terzo cambio già al 65′, dà la dimensione della vittoria in lungo e in largo della squadra. Dei nove tiri finali dei tedeschi, solo due sono stati dentro lo specchio e le uniche volte che la squadra è riuscita a tirare da dentro l’area juventina il risultato era già ampiamente archiviato.

    VIDAL PUNTO DI RIFERIMENTO - Molto interessante vedere com'è stato distribuito il gioco bianconero. I riferimenti principali sono stati Vidal per la fase di costruzione, gli esterni Lichtsteiner ed Evra per la propulsione, Tevez per la rifinitura/finalizzazione. Un gioco poliedrico che senza Pirlo responsabilizza di più tutti, prevede un Marchisio gregario più che primo solista ed esprime collettività. Su tutti va evidenziata la prova di Vidal: messo subito a suo agio nel ruolo che predilige da interno destro il cileno (che ha peccato solo con l’ammonizione presa nel primo tempo) ha dato il suo apporto quantitativo con il record di passaggi riusciti (53) per un ottimo 72%, considerato il suo ruolo di verticalizzatore della manovra. Ci sono poi i consueti aspetti tecnico-tattici che possono ben sottolineare la vittoria juventina. Interessante è vedere cosa è successo nei primi 30′, fotografando le zone d’azione del Borussia. Si capisce come la Juventus si sia difesa alla perfezione creando una sorta di piramide davanti al Borussia che i tedeschi non hanno mai perforato.

    FASE DIFENSIVA: FISICITA' CONTRO CERVELLO - Nel primo tempo il 58% degli interventi difensivi del Borussia Dortmund si sono suddivisi tra contrasti (tackle sull’avversario, ovvero interventi tecnicamente corretti volti a rubare palla) e falli (che altro non sono che tackle non riusciti) per un totale di 32 (24+8). Va evidenziato che la media in Champions della squadra di Klopp è solitamente di 36 tra falli e tackle in 90′: quasi il doppio, a dimostrare il disagio della squadra nella lettura del gioco. La Juventus nella stessa frazione di gioco si è fermata al 46%, brillando soprattutto per intercettazioni: 25 totali nei 90′ a fronte di una media di 13,4 in Champions, a sottolineare il controllo assoluto anche in fase di non possesso.

    Ad inizio ripresa il Borussia ha avuto la fiammata finale con 14 tra falli e tackle nel primo quarto d’ora e poi non ha più retto il confronto: nove nel secondo quarto (un solo fallo) e cinque nell’ultimo. Questo ha permesso alla Juve di recuperare sistematicamente il pallone: una riconquista effettiva della palla passata dal 44,2 al 53,5% e finendo per infilarsi come un coltello nel burro caldo nella difesa avversaria, visto che i passaggi verticali nella metà campo avversaria sono praticamente raddoppiati, passando da 68 a 115.

    TECNICA ATLETICAMENTE SUPERIORE - Il gioco del Borussia Dortmund fatto di passaggi brevi in velocità è stato irretito dalla difesa juventina. Inizialmente una fase difensiva 4-3-1 molto concentrata centralmente, poi il passaggio al 3-5 difensivo (sempre con Morata-Tevez davanti) che non ha cambiato la sostanza. I tedeschi non hanno avuto l’alternativa e anche sulle palle inattive (solo una su 12 è stata toccata da un giocatore dei tedeschi dopo la battuta). In 90 minuti hanno tentato l’uno contro uno (dribbling) solo sette volte, contro le 41 della Juventus, cresciute nel tempo soprattutto in virtù di una brillantezza maggiore della squadra.

    CONCENTRAZIONE E PRECISIONE - C’è un aspetto ulteriore che definisce la quadratura trovata dalla Juventus. Andando ad analizzare il conto delle palle perse, 28 in tutto, si scopre che 16 sono state ad opera di Tevez e Morata, ma dagli attaccanti è lecito attendersi qualche rischio in più. Considerando invece i soli difensori, la differenza tra Juve e Dortmund è stata di 4-8, ovvero una precisione doppia rispetto all’avversario, che delle 33 palle perse complessive ne somma 17, ovvero il 50% esatto nel pacchetto difesa-mediani. Una precisione che è segno di tranquillità, un segnale anche psicologico di una squadra che, almeno in quest'occasione, ha ritrovato confidenza con l’Europa.


    Giovanni Armanini
    armagio.wordpress.com
    @armagio


     

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