Borriello 'sgrezza' la Roma
Raccontare la vita di Marco Borriello è come salire e scendere in ascensore. Nessuna stabilità, emozioni contrapposte. Sorrisi e amarezze. Gol e palla sul fondo. Campo e panchina. Leader e problema. La crisi dell'attaccante inizia nell'intervallo di Roma-Shakhtar Donetsk, ottavi di finale di Champions League. Ranieri lo lascia fuori e le telecamere lo immortalano: 'Ma perchè io in panchina? Io che ho fatto 25mila gol?'. Ne aveva realizzati 16, da lì in avanti ne segnerà soltanto un altro (inutile) a San Siro in Coppa Italia. Inizia il calvario sportivo. Due settimane dopo quella frase sbaglia un rigore in Ucraina e perde il posto di titolare in favore di Francesco Totti.
In estate la Roma lo compra per 10 milioni. Guadagna 4 milioni di euro, Luis Enrique lo schiera ala destra e Sabatini lo definisce un problema. La sua strada sembra prendere la via di Parigi, ma improvvisamente rimane. Tra panchina e prestazioni amare, fuori ruolo. Esplode Osvaldo, per lui non c'è spazio. La Roma batte l'Atalanta 3-1, il punto più in alto della stagione. L'italo-argentino continua a segnare, Bojan si sblocca, Totti va a mille e si attende Lamela. Poi in un mese cambia tutto tutto. Osvaldo non vede più la porta, Bojan si nasconde, Totti si infortuna. Lamela fa intravedere qualcosa.
C'è bisogno di una certezza, di un centravanti. Vero. Per questo motivo Luis Enrique a Novara si riaffiderà a Borriello. I prossimi 50 giorni sarano utili a capire tante cose. Dopo il match contro il Bologna si faranno i conti. Si semplificherebbe tutto con delle prestazioni all'altezza dell'attaccante napoletano. Cinicamente parlando, se alla fine andasse via, in questo modo non sarà a prezzo di saldo. Baldini ha parlato: prima di tutto sfoltire la rosa. La Roma, oggi grezza, avrà una fisionomia a partire da gennaio. O quanto meno un abbozzo.