Tre giorni ad Ibiza. Per trascorrere un Ferragosto sereno, per staccare dal calcio. Il suo lavoro e il suo girare il mondo s'intrecciano nel vortice delle Baleari. Marco Borriello conosce parte del suo futuro: sarà lontano dalla Roma. Porta con sé una concreta speranza: ritornare a Milano, la sua città d'adozione. Venerdì mattina a Trigoria al termine dell'ultimo allenamento ha salutato tutti i suoi compagni. Chi era presente nello spogliatoio lo ha interpretato come un imminente segnale di addio, non come un arrivederci. Probabilmente aveva appena ricevuto la telefonata di Allegri, che lo tranquilizzava sulla sua intenzione di spingere con la dirigenza rossonera per accelerare la trattativa sulla base di un prestito più diritto di riscatto.

In realtà, ci sono contatti anche con l'Inter. La sponda nerazzurra cerca un vice-Milito, ma l'approccio è stato molto timido. La corte più serrata invece è stata portata avanti fin qui dal Tottenham. L'attuale allenatore degli Spurs, Andrè Villas Boas, lo avrebbe voluto anche nella sua Roma, ma l'idea affascinava poco sia Sabatini che Baldini, preoccupati dell'ingaggio faraonico dell'attaccante: 5,4 milioni di euro fino al 2015. Una potenziale spesa di 16 milioni in tre anni, quanto il cartellino di Rolando o Garay per intenderci, insomma di quel giocatore al posto giusto nel momento giusto, in grado di poter permettere ai giallorossi il salto di qualità.

Ma Borriello, pur ammirando la Premier League, preferirebbe rimanere in Italia, dove ha pure un'offerta dal Genoa. Niente a che vedere con il Milan. Una sfida troppo allettante: un ritorno naturale, dopo esser stato due anni fa impacchettato per Roma, in virtù dei rapporti di amicizia tra Rosella Sensi e Adriano Galliani. Lui, dopo Mexes. Una sorta di rimborso. A conti fatti, un business da dimenticare. Per entrambi. Ma il napoletano potrebbe ora giocarsi una seconda possibilità. Con il francese o senza, è un'altra storia.