Borja Valero:| 'A Firenze sembra di vivere in un film'
Il sorrisone è muy simpatico. Hola hombre, sediamoci qui. E parliamo un pò.
Borja Valero, lei è un viaggiatore vero. Liga, Premier e Serie A. Non si è negato niente, tra calcio da vivere e paesaggi da esplorare.
"Sono un tipo curioso. Quando mi muovo voglio vedere e capire".
Infatti, appena è arrivato a Firenze ha iniziato a girare con la famiglia e a fotografare, condividendo con gli amici di twitter le sue foto della campagna toscana.
"Non ero mai stato qui. Appena arrivato sono rimasto senza parole. San Gimignano, per esempio, mi ha preso il cuore. E poi questa città...".
Piccola e povera, dice Marchionne. Invece che dice Borja Valero?
"Quando cammino per le stradine del centro mi sento come se stessi camminando sul set di un film. E’ tutto incredibile".
Le manca la Spagna?
"Casa è sempre casa ma per fortuna l’Italia è simile. E i fiorentini somigliano agli spagnoli. Passionali, caldi...".
E la cucina non è malaccio.
"Vero. Anche se io, a dire la verità, sono un fanatico del sushi".
Spagna e Italia, due paesi che stanno attraversando un momento difficile. Lei è un ragazzo privilegiato, ma che idea si è fatto di ciò che sta accadendo, soprattutto nel suo paese?
"Certo, sono fortunato. Ma questo non significa che io non mi interessi a ciò che accade. Io cerco di restare sempre informato sulle vicende politiche. Oggi la gente sta veramente male. C’è paura. E i giovani non vedonoil futuro. Non si può fare finta di nulla. Quando i cittadini scendono in piazza a protestare civilmente ne comprendo le ragioni e mi sento vicino a loro".
Borja Valero. Adesso parliamo di calcio. Partiamo da un suo difetto. A lei la scelta.
"Oddio. Ne ho così tanti".
Uno, ne basta uno.
"Sono un po’ lento. Vorrei essere più veloce, ecco".
Però lei è dappertutto.
"E’ stata l’Inghilterra a cambiarmi. Prima dicevano: Borja Valero? Giocatore di qualità. Ma nel calcio moderno la qualità non basta. Devi correre. E io corro".
In questa Fiorentina molto spagnola. Palla a terra e tanto possesso.
"E’ così. E non è un caso se sono venuto qui. Mi hanno detto: il progetto è questo. Ho pensato, mi piace, e ho firmato".
Conosceva la Fiorentina?
"Poco. Mi ricordo quella di Batistuta e Rui Costa. Che bellezza".
Lei, paesaggi a parte, ha visto di tutto. Dalla Champions alla retrocessione.
"Quello che è successo al Villarreal è pazzesco. E’ stata una vera sofferenza. Qui ho ritrovato l’entusiasmo. La gente crede in noi, ma serve pazienza, dobbiamo ancora crescere molto come squadra".
La partita più bella?
"Contro la Juve. Siamo stati quasi perfetti, è mancato solo il gol".
Non è che ogni tanto fate un calcio un po’ vanitosetto?
"Forse si. Ma lavoriamo per migliorarci, e questo conta".
Montella le piace?
"Ha smesso di giocare da poco. Sa come parlarci".
E di Luca Toni che dice?
"Uno utile in campo e nello spogliatoio. Solo con l’esperienza è possibile avere una lettura globale della partita e trovare le soluzioni al volo".
Una curiosità, Borja Valero. Ma non è che tutte queste ingiustizie arbitrali rischiano di creare frustrazione?
"Certo che sì. Ma noi dobbiamo pensare a giocare. Quello che non capisco è come mai noi facciamo meno falli degli altri ma prendiamo più cartellini gialli".
E domenica c’è la Lazio.
"Partita dura ma in casa abbiamo le nostre carte da giocare".
Senza Pizarro il suo modo di giocare cambia?
"Diciamo che arretro un po’ la posizione da cui parto".
Ha mai pensato qualche volta che forse lei ha sbagliato generazione? Tra gli Xavi e gli Iniesta mica è facile farsi largo.
"Qualche volta? Non faccio altro, amigo (e ride, ndr). Ma così è la vita e posso dirmi solo orgoglioso di essere spagnolo. E poi non si sa mai. Io e la Fiorentina stiamo lavorando per diventare grandi. Insieme".