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Borioni: Juve, non hai più fantasia
Punto primo: la squadra dell’anno scorso avrebbe trovato il modo, magari con una giocata individuale, di risolvere un pomeriggio poco ispirato. E’ un dato tanto banale quanto reale: la mancanza di Tevez-Pirlo-Vidal e delle loro giocate d’autore (anche e soprattutto sui calci piazzati) è emersa in tutta la sua evidenza alla prima occasione. Perché dal mercato non sono (ancora) arrivate le necessarie risposte in questo senso.
Punto secondo: senza Marchisio contro l’Udinese la Juve si è impoverita ulteriormente di personalità a centrocampo, proprio là dove dovrebbero nascere le trame da sviluppare per utilizzare al meglio anche le nuove risorse dell’attacco.
Punto terzo: forse come conseguenza di quanto descritto, nel settore offensivo si sta facendo strada un senso di confusione, che spinge Allegri a dare fiducia a Coman invece che a Dybala, a emarginare Zaza solo per una questione di caratteristiche eterogenee, recuperando infine dal mercato Llorente non più – a quanto pare – cedibile (al posto dello stesso ex Sassuolo).
E’ chiaro che la premessa doverosa riguarda le assenze. L’indisponibilità di Khedira e Asamoah, oltre al già citato Marchisio, ha ostacolato non poco i programmi dell’allenatore che domenica ha finito per fare scelte prudenti ma scontate, piazzando Pereyra e Padoin nel pacchetto centrale, quando forse sarebbe stato meglio insistere con Sturaro e il 4-3-2-1 invece che affidarsi senza troppa audacia al bene rifugio del 3-5-2 (e aggiungiamoci anche l’enigma Isla).
Allegri lo aveva detto prima della partita con l’Udinese e lo ha ribadito dopo la sconfitta. La Juve è giovane e rinnovata, il campionato appare molto equilibrato, dunque bisognerà “andare avanti a piccoli passi” come “in una maratona”, visto che “la serie A non è una gara sui cento metri”. D’accordo, purché il campo non esprima lo stesso livello di spettacolarità – con tutto il rispetto per la nobile e antica disciplina e per i runners che la praticano – di una gara podistica. La Juve di Tevez andava avanti a strappi travolgenti, alla Bolt.
Una sola partita di campionato è andata in scena e, aldilà del pessimo dato statistico, un passo falso ci può stare. Specie se, al contrario, la precedente prestazione in Supercoppa con la Lazio era sembrata molto convincente, con un Marchisio in più e grazie ai gol di Dybala e Mandzukic. Ciò che balza all’occhio è però il collegamento diretto con le questioni di mercato, con ciò che è stato fatto e quello che si può o deve o vuole ancora fare. Cuadrado è reduce da un periodo di scarsa ispirazione nel Chelsea come nella nazionale colombiana ed è difficile capire adesso se sarà subito in grado di tornare ai livelli di rendimento espressi a Firenze. La partenza di Pirlo aveva spinto Marotta e Paratici a cercare sul mercato un interprete di centrocampo capace di esprimere in zona trequarti il talento che il “maestro” del New York City sprigionava partendo da davanti alla difesa. Ma ora sembra quasi che un potenziale creativo come quello di Draxler non farebbe che aumentare la confusione tattica in zona offensiva tanto che appare preferibile virare sul miglior equilibrio tattico di un Gundogan. Si aspettano, come detto, risposte.
Perché insomma, vanno bene i passettini, ma lo spirito di un centometrista entusiasma molto di più.
Luca Borioni