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    Borioni: e ora Allegri non è più confuso

    Borioni: e ora Allegri non è più confuso

    Ogni tanto, specialmente quando si trova sotto pressione, Allegri dà prova di non essere affatto l’allenatore senza idee che la prima sofferta parte della stagione bianconera, aveva voluto far credere. E ci mancherebbe.

    In occasione della partita contro il Siviglia, per esempio, all’apice della crisi di risultati in campionato, l’allenatore ha colto al volo l’occasione della Champions per un successo che potrebbe avere ottime ripercussioni sui prossimi impegni stagionali. Perché, per la prima volta quest’anno, è stata un’affermazione con risvolti confortanti sotto il profilo della gestione (soprattutto tattica) della squadra.

    Diamo per assodato che l’organizzazione di gioco della Juventus e, in generale, di una squadra di Allegri non sarà mai simile al flusso organico e preordinato di un Guardiola o, per fare un esempio più vicino, di un Sarri. No, Allegri pensa e vive un altro tipo di calcio. Allegri – come tuitta lui stesso – non è tipo da accelerazioni roboanti ma da #unpassoallavolta, perché (sempre ipse dixit) il campionato di serie A è una maratona non una gara da 100 metri.

    E allora quello che vuole e deve fare Allegri è modificare in corsa, adattare, aggiustare. Che sono poi le qualità migliori dei tecnici italiani (italianisti). Con il Siviglia il compito è riuscito benissimo. Se l’emergenza gli toglieva in un sol colpo tutti i terzini destri, lui rimediava impostando nel ruolo l’affidabilissimo Barzagli, in un sistema di gioco che prevedeva la difesa a tre in fase di impostazione (con lo stesso Barzagli libero di avanzare con risultati eccellenti) e difesa a quattro in ripiegamento, con l’aggiunta di Evra a sinistra. Tutto questo mentre, sulla linea mediana, lo stesso movimento lo eseguiva Cuadrado arretrando sulla linea a quattro (meno Evra) del centrocampo in fase difensiva e avanzando fino in attacco al servizio di Morata e Dybala nelle ripartenze. Da qui le diverse interpretazioni dalla tribuna: era un 3-5-2, un 4-3-3 o un 4-4-2? Tutte e tre le cose insieme.

    Sempre all’insegna della prudenza, ovvio: mai e poi mai ci si potrà attendere da Allegri una mossa sconsiderata perché troppo offensiva o troppo creativa. Sempre piccoli passi, uno alla volta. Confidando nelle qualità dei singoli bianconeri, che sono elevate. L’anno scorso fu così che il tecnico mise le basi dei successi suoi e della Juve in campionato e in Champions League. Basando il suo lavoro sulle qualità dei campioni. Ce n’erano tre in più, è vero, mentre quest’anno i valori aggiunti coincidono con personalità in via di formazione, con i talenti più giovani da accompagnare verso i più alti livelli. È qui che il lavoro di Allegri viene richiesto, in aggiunta all’amministrazione (ordinaria) dei campioni. Ma forse la vittoria con il Siviglia - dopo le pressioni e le emergenze - rappresenta il punto di una nuova partenza. Il buon senso ha spazzato via la confusione.

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