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Borioni: Dybala ha cancellato Tevez
E adesso non è più un’esagerazione dire che Paulo Dybala sia riuscito nell’impresa (eccezionale) di cancellare lo scomodo ricordo di Carlitos Tevez. Quattordici gare di campionato disputate, sette gol già segnati (l'Apache ha avuto bisogno di una gara in più nella prima stagione bianconera, ndr): non si discute più di quanti minuti Allegri conceda all’attaccante ex Palermo, La disputa polemica di inizio stagione ora non ha più senso, perché Dybala ha di fatto conquistato la titolarità, è diventato - assieme a Mandzukic e anche oltre - il più efficace tra gli uomini della prima linea bianconera.
Il gol alla Lazio - un piccolo capolavoro di tecnica e freddezza - ne ha confermato l’enorme potenziale e una crescita che diventa esponenziale, partita dopo partita. Tevez, all’improvviso, non è più un’icona irraggiungibile. Se il divario resta è solo per una questione di età, di un diverso spessore dovuto all’esperienza che Dybala sta appena immagazzinando e che il predecessore argentino aveva in abbondanza. Stesso discorso per la forza fisica, la capacità di imporre strappi e accelerazioni alla partita. Dybala sta vivendo un’evoluzione notevole in maglia bianconera anche sotto questo aspetto, così come lo stesso Allegri non aveva mancato di sottolineare nell’ultimo periodo, difendendo la scelta di utilizzare il giovane argentino con attenzione, senza eccessi, senza badare alle pressioni esterne. Ha avuto fin qui ragione. Nella Juve che mette in fila la quinta vittoria di fila in campionato c’è molto di Dybala, più di quanto si possa pensare. Perché i suoi gol hanno definito gli equilibri del reparto offensivo, offuscando la crisi di Morata (nuovamente ammaliato dal Real), regalando finalmente alla Juve le certezze di cui aveva disperatamente bisogno dopo un’avvio di stagione sconclusionato.
L’ombra di Tevez è più lontana, la stella di Dybala è sempre più brillante e il resto della squadra scopre inedite certezze, a coninciare da un centrocampo che alla vigilia del match di Roma pareva sguarnito e che invece, con Asamoah, ha riscoperto l’antica solidità. Juve, la rincorsa continua. Con Dybala a guidare la marcia.
Luca Borioni
Il gol alla Lazio - un piccolo capolavoro di tecnica e freddezza - ne ha confermato l’enorme potenziale e una crescita che diventa esponenziale, partita dopo partita. Tevez, all’improvviso, non è più un’icona irraggiungibile. Se il divario resta è solo per una questione di età, di un diverso spessore dovuto all’esperienza che Dybala sta appena immagazzinando e che il predecessore argentino aveva in abbondanza. Stesso discorso per la forza fisica, la capacità di imporre strappi e accelerazioni alla partita. Dybala sta vivendo un’evoluzione notevole in maglia bianconera anche sotto questo aspetto, così come lo stesso Allegri non aveva mancato di sottolineare nell’ultimo periodo, difendendo la scelta di utilizzare il giovane argentino con attenzione, senza eccessi, senza badare alle pressioni esterne. Ha avuto fin qui ragione. Nella Juve che mette in fila la quinta vittoria di fila in campionato c’è molto di Dybala, più di quanto si possa pensare. Perché i suoi gol hanno definito gli equilibri del reparto offensivo, offuscando la crisi di Morata (nuovamente ammaliato dal Real), regalando finalmente alla Juve le certezze di cui aveva disperatamente bisogno dopo un’avvio di stagione sconclusionato.
L’ombra di Tevez è più lontana, la stella di Dybala è sempre più brillante e il resto della squadra scopre inedite certezze, a coninciare da un centrocampo che alla vigilia del match di Roma pareva sguarnito e che invece, con Asamoah, ha riscoperto l’antica solidità. Juve, la rincorsa continua. Con Dybala a guidare la marcia.
Luca Borioni