Borioni: Calcio in Tv, i giochi di potere
Detto, fatto. È di pochi giorni fa la notizia secondo cui sarà Infront, per conto della Lega Calcio, a produrre direttamente le immagini – quindi le inquadrature e le riprese – di tutte le partite del campionato di serie A. Viene così modificato il già rigido protocollo previsto dal Regolamento delle produzioni audiovisive. Niente Sky, niente Mediaset. E niente Juventus, Napoli e Inter che fino alla stagione scorsa si autoproducevano e poi vendevano proprio a Infront le preziose immagini televisive. Ora farà tutto l’advisor della Lega. Che ha appena incaricato un professionista indipendente e di provata esperienza come Popi Bonnici, ex Mediaset, il quale coordinerà una squadra di registi e ispettori di campo che hanno già iniziato a prepararsi e che ruoteranno tra le varie squadre.
Non si tratta, come si evince, di una questione di poco conto. La ripresa di un determinato dettaglio, da una particolare angolatura e in un preciso momento, può spesso fare la differenza nel racconto visivo di una partita di calcio, specie per quanto riguarda le sfide più accese della nostra serie A. Pensiamo ad esempio all’utilizzo delle immagini tv per evidenziare (con tanto di squalifiche successive) gli eventuali comportamenti scorretti non visti in campo dall’arbitro: la prova tv. In Italia, almeno, il problema è molto sentito tanto che la stessa regia unica delle partite sarà un’eccezione nel panorama europeo.
Il tutto poi si lega alla questione dei giochi di potere ai vertici del calcio. Acquisisce ulteriore peso politico la famigerata Infront, l’azienda svizzera fondata dal nipote di Blatter, uno che di potere se ne intende. In Italia è rappresentata da Massimo Bogarelli, il manager scelto ormai sette anni fa da Matarrese (tra l’altro proprio nel 2008 la legge Melandri-Gentiloni introduceva la possibilità per i club di produrre autonomamente le immagini) per dare un’impronta più imprenditoriale alla Lega Calcio. In tutte queste stagioni Infront ha ovviamente rafforzato i legami con i centri di potere del calcio italiano, in particolare con il presidente laziale Lotito, poi con il succitato Galliani politicamente abile come sempre a destreggiarsi tra i conflitti e le esigenze di Mediaset (una scuola che ha visto crescere tutti gli attuali dirigenti che muovono le leve del calcio, compresi lo stesso Bogarelli e – per dire – Abodi, attuale presidente della Lega di B), le insidie per Sky, la frattura con la Juventus. Tutto questo fino all’elezione di Tavecchio alla presidenza della Figc, imposta proprio dai grandi elettori Lotito e Galliani contro le voci isolate di Juventus e Roma. Tra l’altro il club giallorosso è stato l’unico a manifestare apertamente perplessità, nell’ultima assemblea di Lega, a proposito della gestione dei registi sotto l’egida Bonnici-Infront (saranno scelti dall’ex uomo Mediaset oppure con un sorteggio?).
Infront gestisce quindi interessi strategici, perché tra le altre cose si occupa anche della vendita dei diritti tv (uno spinoso affare da un miliardo e 200 mila euro all’anno) e della gestione del marchio della Figc (ieri tra è stato ingaggiato Trapattoni come voce tecnica delle telecronache Rai degli azzurri). L’esclusiva della regia delle partite – ulteriore annunciata garanzia di correttezza super partes – si abbina al progetto Serie A Tv, ovvero al canale web che in collaborazione con la Lega manderà in onda e in esclusiva online tre partite a settimana. Una mossa che apre, o meglio accentua, la conflittualità con (soprattutto) Sky e Mediaset. Giochi di potere: ma faranno bene al calcio italiano?
Luca Borioni