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Bonucci, 'capitano' accusatore: sembra quello del Milan, non è un leader
IL RICHIAMO A MATUIDI - Tensione prima del match ieri, con il capitano della Juventus che è andato a riprendere in mondovisione Blaise Matuidi, professionista esemplare, campione del mondo, senza mai una parola fuori posto nelle dichiarazioni. Non lo aveva visto concentrato. E lo fa notare, non contento, anche pubblicamente, dopo il ko contro il Lione: "Non ho ripreso Matuidi, gli ho detto che la squadra la fa anche chi sta fuori". Richiamato prima della partita, sottolineato dopo la partita. Ma non si è fermato alle sole riserve, Bonucci, non irreprensibile sul gol di Tousart, dove, complice anche l'assenza di De Ligt, con l'ex capitano dell'Ajax momentaneamente fuori per medicare un taglio alla testa (alla Chiellini, che curiosità...), doveva essere più presente, ha voluto, pubblicamente, richiamare la squadra: "Si respirava che qualcosa non era acceso anche negli undici titolari". Cosa non da Juve, mai successa con Giorgio Chiellini o Gigi Buffon. Cosa che invece, in passato, era successa proprio con Bonucci. Ma non alla Juve...
COME AL MILAN - Il Milan di Yonghong Li, Fassone e Mirabelli decide che il nuovo corso deve avere una nuova immagine: quella di Leonardo Bonucci. Che lascia la Juve, va a Milano, si prende la numero 19 dalle spalle di Kessie e gli viene data la fascia da capitano, tolta dal braccio di Montolivo. Risultato? Un Milan fragile, che si scioglie alle prime difficoltà, che vedrà esonerato Montella, con Gattuso in panchina che è costretto a cambiare il 3-5-2, il modulo di Bonucci per eccellenza, in un 4-3-3, dove il 19 mostra tutte le sue lacune in marcatura. E sul più bello, quando c'ò la finale di Coppa Italia da vincere, il capitano naufraga insieme a tutta la squadra (con Donnarumma protagonista in negativo): 4-0 contro la Juventus di Allegri. Quella Juventus in cui ritornerà poche settimane dopo. Ottimo giocatore, grande professionista ma non un leader.
NON E' UN LEADER - Nella Juve di Allegri in campo sbagliava poco, ma chi trascinava era qualcun altro: c'erano Buffon, Chiellini, Barzagli, Pirlo, Tevez, Vidal, Marchisio. Uno dei tanti, Leo, forse anche un gradino sotto ai sopracitati per carisma e leadership. Lo ha dimostrato ieri sera, lo ha dimostrato al Milan: spesso chi non ha la fascia viene considerato al pari di un capitano, ma, al contrario, non basta una fascia per essere un vero capitano. E un vero leader.
@AngeTaglieri88