Boniperti: 'Vogliamo il derby. Conte? Vincente come me'
Le sue massime hanno fatto la storia. La più celebre («Alla Juventus vincere non è importante. E’ l’unica cosa che conta») è diventata un manifesto programmatico, stampato sui colletti delle divise della Juventus. Più che un ritornello, un comandamento. Ma Giampiero Boniperti, il presidentissimo, prima da giocatore e poi da presidente sosteneva con forza un’altra tesi: «Se potessi cancellerei il derby col Torino dal calendario, soffro troppo». E l’impressione, a sentirlo parlare, è che il tempo abbia cambiato molte cose, ma non quelle sensazioni particolari che soltanto l’avvicinamento al derby produce. «Il Toro è sempre il Toro, per noi: e contro di loro può sempre succedere di tutto. Magari i più giovani, che di derby ne hanno visti pochi, faticano a capire. Ma io di queste partite ne ho vissute parecchie: e quanti ricordi...».
Se chiude gli occhi, e si ferma un attimo a pensare, qual è il primo derby che le viene in mente?
«Sceglierne uno è difficile, di bei momenti ne ho vissuti tanti. Se andate a rivedere la storia delle sfide tra Juventus e Torino, beh il mio nome lo troverete diverse volte... (risata)».
Almeno 14, come i gol che ha segnato ai granata. Il tempo passa, ma il capocannoniere del derby della Mole resta lei.
«A parte le battute, è un record di cui vado orgoglioso. Quattordici gol non sono pochi e molti di questi sono stati belli».
Il comico Paolo Villaggio, grandissimo tifoso della Sampdoria, ha detto che Messi è un fenomeno, «ma uno di 18 anni forte come Boniperti a quell’età non l’ho più visto in tanti anni di calcio». «E’ un bel complimento, lo ringrazio».
Il derby è il derby, ripete sempre, ma questo Toro-Juve come se lo aspetta?
«Non diverso dagli altri, nonostante la differenza di classifica. Il derby è sempre uguale: non si gioca per giocarlo, bensì per vincerlo. Conta soltanto quello».
C’è una partita col Torino che ogni tanto le rovina i pensieri notturni?
«Fortunatamente i brutti ricordi riesco a cancellarli. Conservo però quelli belli, che sono molti».