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    Boninsegna ricorda Pelé: 'Quel gioco di sguardi con Burgnich nel 1970... Nessuno più come lui'

    Boninsegna ricorda Pelé: 'Quel gioco di sguardi con Burgnich nel 1970... Nessuno più come lui'

    • Redazione CM
    Nelle ore successive all'addio a Pelé, si susseguono i tributi a O Rei, ricordato da tutti gli esponenti del mondo del calcio. Anche Roberto Boninsegna, ex attaccante della Nazionale e di Inter e Juventus, ha parlato della leggenda brasiliana in un'intervista alla Gazzetta dello Sport, tornando con la mente ai Mondiali di Messico 1970, quando fu suo avversario in finale. Quel match si concluse sul 4 a 1 in favore dei brasiliani, con una rete di Pelé e una di Boninsegna.

    BRASILE-ITALIA - "Avevano il più grande di tutti dalla loro parte" ha precisato l'ex-attaccante italiano. Durante quella sfida Boninsegna poté ammirare la grandezza di O Rei, che definisce "non il capitano, ma il leader", con qualità uniche che non ha perso con il passare degli anni. Il centravanti italiano ha lasciato poi spazio ai rimpianti per la finale concessa ai brasiliani, sottolineando come la formazione italiana fosse convinta di poter vincere, sebbene Rivera, Pallone d'Oro, e Zoff, vincitore degli Europei, non fossero in campo. L'arma in più del Brasile aveva però fatto la differenza.

    PERSONALITA' - Pelé, ricorda Boninsegna, oltre all'immensa tecnica aveva una personalità unica e non si lasciava intimorire da nessuno: "era un giocatore completo, destro, sinistro, colpo di testa". Il primo gol dei verdeoro era arrivato infatti con un colpo di testa figlio di un'elasticità muscolare che aveva portato Pelé ad un'altezza spaventosa per raggiungere il pallone.  Per quanto riguarda la personalità, in particolare Boninsegna fa riferimento ad un episodio in cui Burgnich lo guardava e lui gli disse: "Cos'hai da guardare? Vuoi picchiarmi?" a dimostrazione dello spirito impavido di O Rei.

    BRASILE MIO - Tornando sul forte legame di Pelé col Brasile, Bonimba ha poi spiegato come un suo mancato approdo in Europa sia probabilmente legato ad un discorso culturale, di attaccamento alla terra natale. Terra che oggi piange la sua scomparsa a 82 anni. "Un pezzo di storia che se ne va, un mito del calcio, ma anche un uomo che si è sempre fatto sentire dalla sua gente", ha aggiunto. Qualcosa che è mancato al Brasile ai Mondiali in Qatar, dove secondo l'ex-attaccante italiano, è mancato proprio un uomo squadra, quale è stato Pelé per molti anni. "Nessuno sarà mai più Pelé" ha concluso.

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