Bomber d’Europa: la nuova vita di Milik, André Silva e Schick lontano dalla Serie A
VEDI NAPOLI E POI MUORI – Con questa famosa espressione di Goethe ci ricolleghiamo ad Arkadiusz Milik, che tra i tre attaccanti “fuggiti” all’estero è quello che ha disputato un maggior numero di campionati in Italia, anche se non sempre al top della forma. Dopo due grandi stagioni all’Ajax il classe ’94 si trasferì nel 2016 a Napoli fortemente voluto da De Laurentiis per 32 milioni di € più bonus. L’avventura con i partenopei sarà piena di alti e bassi. Nell’ottobre 2016 e nel settembre 2017 sarà protagonista di due brutti infortuni (crociato sinistro e poi destro) che lo terranno fuori parecchi mesi. Il terzo anno campano sarà quello più redditizio dal punto di vista delle marcature: ne realizzerà 20 in 47 presenze totali. Il quarto anno sarà caratterizzato da altre noie fisiche e un rinnovo di contratto che non verrà mai firmato tanto che nel gennaio 2021 decide di accordarsi con il Marsiglia. In Francia il polacco sembra essere rinato. Messi alle spalle tutti i problemi fisici Milik ha ripreso a segnare con gli stessi ritmi dell’Ajax: nei primi sei mesi all’OM ha realizzato 10 gol in 16 presenze; quest’anno ne ha già messi a referto 16 in 25. Di sicuro, per riprendere Goethe, il ragazzo di Tychy non dimenticherà mai la città di Napoli e il calore della sua gente ma per come stanno andando le cose vivere nella costa marsigliese non gli dispiace affatto.
LA MALEDIZIONE DELLA 9 COLPISCE L’EREDE DI CR7 – Indicato dai media portoghesi come il possibile erede di Cristiano Ronaldo, André Silva passa agli onori della cronaca dopo aver dominato la scena con la maglia del Porto, tra giovanili e prima squadra. Nell’estate 2017 il Milan si accorge di questo giovane 21enne e lo acquista per 35 milioni di €. Decide di prendere la maglia “maledetta” cioè la numero 9, che dopo Pippo Inzaghi sembra non trovare più un degno erede. Ci provano in tanti, Silva compreso, ma l’esito è quasi disastroso. Esordisce nei preliminari di Europa League e sarà quella la competizione che gli regalerà un po’ di gioia durante la stagione: 8 reti in 14 presenze proprio come un ex rossonero, Virdis. Tuttavia il cammino dei Diavoli Rossi si interromperà presto, agli ottavi di finale. In campionato andrà decisamente peggio, nelle 24 occasioni in cui scende in campo realizzerà solo due reti. Dopo una stagione interlocutoria al Siviglia il classe ’95 si trasferisce in Bundesliga dove fa faville con l’Eintracht Francoforte (45 reti in 70 presenze). Da quest’anno si trova al Lipsia di Tedesco e in coppia con l’astro nascente francese Nkunku stanno riportando la squadra ai piani alti dopo un inizio disastroso. Finora per lui 12 gol in 33 apparizioni.
FURIA CECA A ROMA – E’ il luglio 2016 quando Massimo Ferrero porta a Genova il ventenne Patrick Schick prelevandolo dallo Sparta Praga per 4 milioni di €. Sarà una scommessa vinta dal presidente romano che lo rivenderà un anno dopo alla Roma per oltre 40 milioni di €. Nel suo anno in blucerchiato il ceco, oltre a mettere a segno 13 reti in 35 presenze allieta il pubblico doriano con giocate di grande classe che ne esaltano tutte le qualità. Le due stagioni nella Capitale deluderanno le aspettative, sia il primo che il secondo anno non riuscirà ad andare in doppia cifra chiudendo l’esperienza giallorossa con appena 8 reti in 58 presenze. Anche lui, com’era capitato per André Silva, decide di andarsi a giocare le sue carte in Germania. Dopo una stagione al Lipsia adesso si trova al Bayer Leverkusen, attualmente terzo in campionato. I suoi numeri sono da urlo: 20 reti in 20 gare di Bundesliga, dietro solamente al mostro sacro Lewandowski (a quota 28). Dopo aver spulciato i numeri di questi tre grandi bomber che, oltre alle ottime stagioni nei club di appartenenza, hanno ben figurato e continuano a ritagliarsi un’importante spazio anche con le rispettive nazionali viene da chiedersi: al netto degli infortuni e delle sfortune che hanno accompagnato le avventure italiane di Milik, André Silva e Schick hanno fatto bene i club di Serie A a rinunciare al loro enorme potenziale considerata la giovane età?