Getty Images
Bolognamania: una sconfitta beffarda ma evitabile
Ci sono varie maniere di leggere e definire la partita del Bologna a Benevento, persa 1-0: dati i numeri prodotti in campo, “sfortunata” potrebbe essere l’aggettivo giusto. Se invece andiamo a scavare a fondo per scoprire i motivi della sconfitta la sfortuna poco c’entra. Bastano pochi minuti dal fischio d’inizio perché il fato beffardo cali l’accetta su un reparto in difficoltà e metta fuori combattimento Medel, rimpiazzo designato per la partenza di Bani, per il quale si teme un lungo stop.
Con un Danilo in più a sostituirlo, il Bologna sembra però soffrire maggiormente: il possesso palla rimane ma davanti non si punge. Con il passare dei minuti viene a galla un’altra conclamata debolezza della rosa a disposizione di Sinisa: non c’è nessuno in questo momento che abbia davvero il gol nel sangue. Il Bologna produce e conclude, ma le occasioni migliori arrivano tutte o quasi sui piedi di Skov Olsen che avrà sicuramente tempo per farsi giocatore vero, ma al quale manca la grinta e la fame per incidere davvero.
Tra gli altri Barrow, tornato a casa acciaccato, sembra aver smarrito l’istinto del killer e se Palacio fa come sempre quel che può, Orsolini e Sansone hanno invece necessità di ritrovarsi. E chi rimane per l’unica punta di ruolo? Santander, invisibile però ai radar del mister.
Quando ti imponi sul piano del gioco e delle occasioni ma a segnare sono gli avversari, di inferiroe levatura tecnica, il sentore è che il grosso delle responsabilità vada addossato al mercato che ancora una volta non ha rimediato ai propri errori lasciando scoperte zone del campo dimenticate da tempo.
La meritata per quanto rocambolesca sconfitta a Benevento deve accendere un campanello d’allarme al quale si può ancora porre rimedio, seppur solo per qualche ora. Medel riciclato centrale di difesa e Poli alle prese con una frattura impongono la ricerca di almeno un difensore di ruolo affidabile e di qualità, perché ora la coperta è cortissima su tanti lati. Sul fronte offensivo, la sensazione è che la telenovela Supryaga abbia lasciato tutti col cerino in mano, colpevolmente, con pochissimo tempo rimasto per prendere un centravanti vero e che soprattutto rientri nelle volontà del mister.
Con un Danilo in più a sostituirlo, il Bologna sembra però soffrire maggiormente: il possesso palla rimane ma davanti non si punge. Con il passare dei minuti viene a galla un’altra conclamata debolezza della rosa a disposizione di Sinisa: non c’è nessuno in questo momento che abbia davvero il gol nel sangue. Il Bologna produce e conclude, ma le occasioni migliori arrivano tutte o quasi sui piedi di Skov Olsen che avrà sicuramente tempo per farsi giocatore vero, ma al quale manca la grinta e la fame per incidere davvero.
Tra gli altri Barrow, tornato a casa acciaccato, sembra aver smarrito l’istinto del killer e se Palacio fa come sempre quel che può, Orsolini e Sansone hanno invece necessità di ritrovarsi. E chi rimane per l’unica punta di ruolo? Santander, invisibile però ai radar del mister.
Quando ti imponi sul piano del gioco e delle occasioni ma a segnare sono gli avversari, di inferiroe levatura tecnica, il sentore è che il grosso delle responsabilità vada addossato al mercato che ancora una volta non ha rimediato ai propri errori lasciando scoperte zone del campo dimenticate da tempo.
La meritata per quanto rocambolesca sconfitta a Benevento deve accendere un campanello d’allarme al quale si può ancora porre rimedio, seppur solo per qualche ora. Medel riciclato centrale di difesa e Poli alle prese con una frattura impongono la ricerca di almeno un difensore di ruolo affidabile e di qualità, perché ora la coperta è cortissima su tanti lati. Sul fronte offensivo, la sensazione è che la telenovela Supryaga abbia lasciato tutti col cerino in mano, colpevolmente, con pochissimo tempo rimasto per prendere un centravanti vero e che soprattutto rientri nelle volontà del mister.