Bolognamania: una disfatta annunciata
Eccoci qua. Giornata di campionato sette, punti in classifica tre. Dodici gol subiti nelle ultime tre partite, dopo i quattro buscati dal Verona, che portano il totale a 20 in sette gare (proiezione finale di 110 gol subiti a fine anno) e una media da 0,4 punti a gara che offre una proiezione definitiva da 16-17 punti. E’ il Bologna peggiore della sua ultracentenaria storia, considerando che mai in 104 anni i rossoblù avevano dovuto attendere oltre la settima giornata per vincere una partita: un record ben poco invidiabile firmato da Albano Guaraldi, Roberto Zanzi e Stefano Pioli, oltre che dalla squadra. Colpe da ripartire in modo ben diverso, ovviamente, e sinceramente in questa rubrica le abbiamo già sviscerate con dovizia di particolari negli ultimi mesi: aspettarsi un inizio diverso dopo aver ceduto Gilardino, Taider e Gabbiadini senza praticamente rimpiazzarli significava credere alle favole.
Il Bologna è attualmente la squadra peggiore di questo campionato, il rovescio contro il Verona non ha fatto altro che confermare questa ipotesi: i rossoblù in questo momento sono il nulla assoluto, un portiere che fin qui ha fatto più papere che guizzi, una difesa – con l’attenuante di qualche infortunio – impresentabile, un centrocampo che non fa filtro e non fa gioco, un attacco che finora ha segnato due sole reti (una Moscardelli e una Cristaldo: Bianchi non pervenuto) sulle otto segnate. E, vera novità di questo inizio di stagione, un tecnico come Pioli in palese confusione: dichiarazioni roboanti e talvolta fuori luogo, vorticosi cambi di modulo tra 4-2-3-1, 4-3-1-2 e adattamenti vari, sostituzioni errate o clamorose come quella di Bianchi al 38’ di Bologna-Verona, una bocciatura in piena regola che sa di messaggio alla società, dato che l’ex granata non era certo il preferito nella lista estiva del mister.
L’1-4 subito dal Verona, dopo il 5-0 in casa Roma, poteva essere l’ultimo atto di due anni (arrivò il 4 ottobre 2011) di Pioli a Bologna, invece così non è stato. Il tecnico è stato confermato dal Bologna, nonostante le parole del dg Zanzi («dobbiamo vergognarci, era la partita della svolta e abbiamo fatto peggio di altre volte: qui bisogna cambiare le cose sul piano tecnico-tattico») che sanno di commissariamento all’allenatore. Starà a lui cercare di riportare la barca a galla, anche se al momento non si intravedono soluzioni tecniche di alcun tipo: i nodi, dopo tre mesi di lavoro tra ritiro e campionato, sono venuti immancabilmente al pettine. E le recenti disfatte erano ampiamente annunciate, dato che ormai da tempo il Bologna è una realtà che si sta arrotolando su se stessa.