Getty Images
Bolognamania: un flop mai visto
Dopo la sconfitta interna contro l’Udinese, il Bologna può rifarsi in trasferta contro il Torino cercando di cominciare meglio possibile il girone di ritorno. Invece, la squadra di Donadoni non scende nemmeno in campo dando vita alla prova più arida di questa stagione e perdendo 3-0 allo Stadio Olimpico. Tanti i fischi, tante le critiche, tanti i commenti negativi rivolti soprattutto all’allenatore e alla dirigenza. Non viene risparmiata nemmeno la squadra e in particolare modo Erik Pulgar, colpevole di aver sbagliato il rigore che avrebbe portato al pareggio.
E questo probabilmente è il momento chiave della gara: il Bologna guadagna grazie al Var il suo primo rigore della stagione e tutti si aspettano di vedere sul dischetto uno tra Destro, Verdi, Di Francesco o Palacio. Nel momento decisivo del match, nel momento in cui sbagliare non è ammesso si presenta sul dischetto Pulgar al primo calcio di rigore della sua carriera: tiro sbagliato, Sirigu che para. Colpa di Donadoni, del giocatore o dei compagni? Colpa di tutti. Sì, perché un’occasione del genere non andava sprecata e per quanto a fine partita Bigon abbia dichiarato che Pulgar è “Il nostro rigorista” bisogna stare attenti e valutare la situazione e l’importanza di quel tiro dagli 11 metri.
Le critiche più pesanti dei tifosi volano però sul tecnico Roberto Donadoni per aver messo in campo una squadra spenta che non ha lottato ma soprattutto non ha mostrato uno sprazzo di gioco. Lo spettatore del Bologna è stanco di vedere la sua squadra senza identità, senza grinta perdere partite abbordabili come appunto quella di ieri a Torino. Dalla scelta della formazione ai cambi, passando per il rigore e le dichiarazioni pre e post gara, la fiducia dei tifosi nei confronti di Donadoni è ai minimi storici. In tanti vorrebbero il suo esonero ed un cambio in panchina capace di dare la scossa: questo è il pensiero della piazza, la dirigenza invece continua a confermare il suo allenatore.
Le statistiche parlano di un percorso di Donadoni in rossoblù fatto per quasi la metà delle gare di sconfitte e mentre al suo arrivo la mentalità della squadra era cambiata nettamente, dall’anno scorso le difficoltà non sono mancate e assistiamo ancora oggi ad una squadra altalenante che non si esprime con un gioco deciso e un atteggiamento gagliardo.
Ora, col mercato di gennaio, si può e si deve provare a migliorare la rosa sul mercato perché è vero che abbiamo ottenuto un buon bottino nel girone di andata, ma la partenza de girone di ritorno non fa ben sperare. Lo stesso Donadoni dovrà essere bravo a ricucire la ferita dei tifosi, rimettendo in carreggiata le sue idee e la squadra perché per molti ieri sarebbero dovute arrivare le dimissioni dirette.
Non siamo ai titoli di coda ma in questo momento la situazione è difficile e complicata, ennesimi passi falsi potrebbero far cambiare idea anche alla società rossoblù. E in tutto questo Donadoni rischia di perdere del tutto anche le redini della squadra. Se davvero tiene anche solo minimamente al Bologna e vuol portarlo nella parte sinistra della classifica, bisogna rimboccarsi le maniche. E lavorare sodo, in silenzio, senza fermarsi mai.
E questo probabilmente è il momento chiave della gara: il Bologna guadagna grazie al Var il suo primo rigore della stagione e tutti si aspettano di vedere sul dischetto uno tra Destro, Verdi, Di Francesco o Palacio. Nel momento decisivo del match, nel momento in cui sbagliare non è ammesso si presenta sul dischetto Pulgar al primo calcio di rigore della sua carriera: tiro sbagliato, Sirigu che para. Colpa di Donadoni, del giocatore o dei compagni? Colpa di tutti. Sì, perché un’occasione del genere non andava sprecata e per quanto a fine partita Bigon abbia dichiarato che Pulgar è “Il nostro rigorista” bisogna stare attenti e valutare la situazione e l’importanza di quel tiro dagli 11 metri.
Le critiche più pesanti dei tifosi volano però sul tecnico Roberto Donadoni per aver messo in campo una squadra spenta che non ha lottato ma soprattutto non ha mostrato uno sprazzo di gioco. Lo spettatore del Bologna è stanco di vedere la sua squadra senza identità, senza grinta perdere partite abbordabili come appunto quella di ieri a Torino. Dalla scelta della formazione ai cambi, passando per il rigore e le dichiarazioni pre e post gara, la fiducia dei tifosi nei confronti di Donadoni è ai minimi storici. In tanti vorrebbero il suo esonero ed un cambio in panchina capace di dare la scossa: questo è il pensiero della piazza, la dirigenza invece continua a confermare il suo allenatore.
Le statistiche parlano di un percorso di Donadoni in rossoblù fatto per quasi la metà delle gare di sconfitte e mentre al suo arrivo la mentalità della squadra era cambiata nettamente, dall’anno scorso le difficoltà non sono mancate e assistiamo ancora oggi ad una squadra altalenante che non si esprime con un gioco deciso e un atteggiamento gagliardo.
Ora, col mercato di gennaio, si può e si deve provare a migliorare la rosa sul mercato perché è vero che abbiamo ottenuto un buon bottino nel girone di andata, ma la partenza de girone di ritorno non fa ben sperare. Lo stesso Donadoni dovrà essere bravo a ricucire la ferita dei tifosi, rimettendo in carreggiata le sue idee e la squadra perché per molti ieri sarebbero dovute arrivare le dimissioni dirette.
Non siamo ai titoli di coda ma in questo momento la situazione è difficile e complicata, ennesimi passi falsi potrebbero far cambiare idea anche alla società rossoblù. E in tutto questo Donadoni rischia di perdere del tutto anche le redini della squadra. Se davvero tiene anche solo minimamente al Bologna e vuol portarlo nella parte sinistra della classifica, bisogna rimboccarsi le maniche. E lavorare sodo, in silenzio, senza fermarsi mai.